mercoledì 28 febbraio 2018

Luci e ombre della politica italiana tra presente e futuro



di Valentina Sechi

Parlare di politica a ridosso delle elezioni potrebbe sembrare la cosa più ovvia e banale del mondo. Nulla di più sbagliato. In un Paese perennemente a un passo dalla bancarotta e con un debito pubblico sempre più elevato dove la crisi del modello economico e sociale corrente è acuita dal problema delle migrazioni (ivi compresa la delicatissima questione dei rifugiati politici) e dall’instabilità politica, si rende necessario riscoprire il senso profondo e la portata che il ruolo del politico dovrebbe avere nella società attuale .
In una conferenza tenuta presso l’Università di Monaco nel 1919, “Politik als beruf” (la politica come professione/vocazione), il sociologo tedesco Max Weber sostiene che le qualità principali del politico siano tre: passione, senso di responsabilità e lungimiranza. Tenendo un occhio alla realtà che deriverebbe da tale considerazione e un altro alla situazione italiana, non si potrebbe essere più strabici in quanto le due sono palesemente agli antipodi.

Per comprendere quello che avverrà a breve e cercare di tracciare i possibili scenari post elettorali, partiamo dalla situazione attuale.
Paolo Gentiloni ha ricevuto nel dicembre 2016 l’incarico di formare un nuovo governo dal
Presidente della repubblica Sergio Mattarella, a seguito delle dimissioni dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi succedute al referendum costituzionale del 4 dicembre che aveva bocciato il progetto di revisione costituzionale proposto dallo stesso. Viene quindi creato un governo sostanzialmente guidato dal partito democratico di cui Gentiloni e lo stesso Renzi sono esponenti. Nel dicembre 2017 Mattarella ha avviato l’iter per sciogliere le camere e indire nuove elezioni, fino alla nomina del nuovo Governo, Gentiloni guiderà l’esecutivo per gli affari correnti.
In una situazione così delicata, la campagna elettorale si è distinta per alcune peculiarità: innanzitutto è stata la prima campagna priva di finanziamenti pubblici ai partiti; in secondo luogo, pur rimanendo centrale il ruolo ricoperto dai tradizionali mezzi di comunicazione, è da evidenziare l’ascesa dei social network per attirare quei giovani illusi e delusi dalla politica che vedono il presente precario e il futuro ancora più preoccupante, giovani che considerano la fuga all’estero l’unica possibilità di realizzarsi professionalmente e personalmente, consci di contare poco o nulla nelle scelte della politica.
Con riguardo alla sostanza, i poveri elettori sono stati bersagliati da promesse di ogni tipo da parte di politici disposti a tutto pur di ottenere l’agognata poltrona: via le tasse universitarie, via la tanto vituperata legge Fornero, stipendi alle casalinghe, meno tasse, previsti redditi o almeno bonus per tutti. Tale strategia servirebbe a ricostruire l’identità partitica in un contesto ove le differenze ideologiche e programmatiche si fanno sempre più labili e il ricorso alla retorica, al nazionalismo e alla xenofobia non si rivelano vincenti. Tali tecniche sono utili nei confronti di coloro che considerano affidabile un partito o non dispongono dei tools per analizzare le proposte e pertanto potrebbero effettivamente credere a qualunque cosa.
Un target su cui è bene concentrarsi, è rappresentato dagli indecisi che non sanno se e soprattutto chi votare e dagli elettori last minute che decideranno al termine della campagna elettorale. L’importanza di tale potenziale bacino è ancora maggiore se consideriamo la riduzione dell’elettorato di appartenenza e l’astensionismo di chi ritiene la propria partecipazione alle elezioni ininfluente. Proprio da quest’ultimo elemento può dipendere il futuro dei partiti con elettorato incerto soprattutto nel Mezzogiorno, da sempre più volatile rispetto al resto d’Italia. Oltre l’astensionismo cronico ve n’è un altro antipartitico che vede il disimpegno come scelta contro la delusione per il mancato interesse verso le proprie istanze.
Sul fronte di chi una scelta vuole farla all’interno di un’offerta politica variegata, le alternative possibili sono principalmente tre: coalizione di centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia), coalizione di centrosinistra (PD, Insieme, Civica popolare,+Europa), Movimento 5 Stelle, a cui si aggiungono partiti  come Liberi e Uguali o Casa Pound.
Berlusconi è, per via di una condanna ai sensi della legge Severino, incandidabile ma, in tv rispolvera il repertorio di promesse elettorali che da circa 20 anni continua a ripetere ma che non hanno trovato e, a mio modesto avviso, non troveranno mai realizzazione essendo più interessato ai propri affari che a quelli del suo target elettorale.
Il PD assiste al fallimento delle proprie scelte  (in particolare il salvataggio di un gruppo dirigente che non ha ancora le qualità di classe politica), prevede una forte perdita di elettori pur tentando di risollevare la propria situazione e ci riesce in parte con le buone previsioni della lista + Europa. I pentastellati sono volti nuovi che rappresentano un cambiamento reale ma non hanno esperienza né leadership adeguata all’ampiezza che il Movimento ha raggiunto e che i sondaggi vedrebbero come primo partito.
Fatte queste considerazioni, esaminiamo brevemente i possibili scenari tenendo a mente le incognite principali rappresentate dagli indecisi e dal rosatellum, il nuovo sistema elettorale: per 1/3 uninominale e per 2/3 proporzionale con soglia di sbarramento al 3% per i partiti autonomi e al 10% per le coalizioni:
Scenario 1: Nessuna maggioranza possibile. Ritorno alle urne poiché già bocciata da Renzi e Berlusconi un governo di larghe intese e impossibile un accordo tra il M5S e altro forze politiche. In tale caso si potrebbe realizzare un governo di unità nazionale con il sostegno di buona parte dei gruppi rappresentati in Parlamento, ipotesi improbabile per le successive lotte interne che si verrebbero sicuramente a verificare. Difficile anche la prospettiva di un governo sponsorizzato dal Presidente della Repubblica che dovrebbe restare in carica il tempo necessario per elaborare una nuova legge elettorale ed occuparsi solo di ordinaria amministrazione. Possibile prosecuzione del Governo Gentiloni sino a nuove elezioni.
Scenario 2 governo di larghe intese tra i due partiti che hanno ricevuto più voti (presumibilmente FI, Pd e centristi o M5S e Lega).
Scenario 3: maggioranza del M5S che potrebbe allearsi con Lega e Fratelli d’Italia avendo visioni simili di alcuni aspetti chiave.
Scenario 4 Maggioranza assoluta del centrodestra nonostante la disomogeneità delle principali componenti con rivalità per l’egemonia tra FI e Lega, con la prima in leggero vantaggio sul numero di voti.
I politici sono consapevoli di giocare con le parole perchè così facendo disorientano, confondono e inducono a non andare a votare, lasciando il risultato delle elezioni all’elettorato di appartenenza. La politica deve invece controllare i cambiamenti per evitare che portino ingiustizie ed esclusioni. E’ necessaria una visione responsabile e lungimirante di cui le elezioni, suprema espressione della sovranità popolare costituiscono un primo, imprescindibile passo. C’è bisogno da parte di politici e cittadini di impegnarsi oggi, ricordando il passato e pensando al futuro.
J.F. Clark ha detto:" un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione. Un politico cerca il successo del proprio partito, uno statista quello della sua Nazione”. Ricordiamocene quando andremo a votare.

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