martedì 13 febbraio 2018

“ CONOSCI TE STESSO ” Dalle vie della Psiche verso l’ Oracolo di Delf




  M.C.Escher, Buccia. Xilografia 1930

   di Rosario Ales     
        
“With the drawing of this Love and the voice of this Calling
 We shall not cease from exploration
 And the end of all our exploring
Will be to arrive where we started
And Know the place for the first time.
Through the unknown, remembered gate
When the last of earth left to discover
Is that which was the beginning;”

 Thomas S. Eliot, Four Quartets, Little Gidding V 25-32
  
A chi si recava a Delfi per conoscere il proprio futuro, l’oracolo rispondeva “Conosci te stesso”, oggi qualcuno si affida agli oroscopi, a cartomanti o a oracoli on-line, divisi per tipologia di argomento: amore/ lavoro / denaro, al fine di predire il loro destino.  
Alcuni preferiscono quando soffrono di problemi psicosomatici, rivolgersi allo psichiatra, specialista della psiche dal punto di vista medico scientifico, che al modello pedagogico ed umanistico della cura di sé  sostituisce il modello medico, divenendo cura medica continuativa con la prescrizione del farmaco, una magia per il paziente, con l’obiettivo terapeutico di eliminare o alleviare la sofferenza psichica (ansie, fobie, depressioni ed altre patologie).     

                                                                                                                               Altro specialista che aiuta alla conoscenza del proprio Io è lo psicologo, che per competenza è lo specialista delle funzioni dinamiche della psiche, dal punto di vista della moderna scienza positiva. Su questo aspetto, la scelta dello psicologo o psicoterapeuta diventa difficile ed accurata, in quanto differiscono le concezioni della << psiche >>, il processo psicoterapeutico, le tecniche, i metodi d’indagine e la “cassetta degli attrezzi” che consente di raggiungere la conoscenza di sé.
Altri ancora, si rivolgono al consiglio affettuoso di un amico.
Altri per possedere una conoscenza più profonda di sé stessi, si affidano alla religione, alla filosofia o per lo più alla misura del proprio ruolo socio-economico, il mestiere o professione che esercitano.                                                                                                                 Per altri è un esercizio sterile rispondere al monito dell’oracolo di Delfi, in quanto la casualità è sovrana ed imprevedibile nella vita, a cominciare dalla nascita e da tutti i condizionamenti che ne derivano: la terra dove si nasce, la cultura, gli usi, la lingua ed ineluttabilmente gli influssi della famiglia e le caratteristiche di appartenenza al gruppo o collettività (razza, nazione, classe sociale, epoca storica).
Per quanto validi siano i condizionamenti esterni, ogni persona ha il potere di scegliere il proprio destino, conformemente alla propria volontà e non al volere di altri, in assenza di ostacoli o costrizioni.
Un’ azione libera è sempre il risultato di atti di volontà consapevoli che disegnano una storia in cui ci riconosciamo, per trovare un senso alla nostra esistenza.
Lo stesso Oracolo di Delfi, oltre la laconica espressione: “Conosci te stesso”, aggiunge “Nulla di troppo”, quasi ad indirizzare verso un esercizio psico-pedagogico sempre attuale del senso della misura, perché oltrepassare la giusta misura, il proprio limite, arreca rovina; un richiamo a conoscere e diremmo oggi ri-conoscere i propri limiti. 
Questa seconda prescrizione delfica “Nulla di troppo” collegata al terzo motto “Promessa eccessiva reca sventura”, quasi intendendo desideri eccessivi o illusioni oltre la giusta misura arrecano delusione; inoltre nella tragedia  greca è evidente  che la protervia degli uomini è punita dolorosamente dagli dei, la Necessità ristabilisce l’ordine che è stato violato dagli uomini.
I greci usavano il termine “hybris”, per designare la tracotanza, la violenza smodata di chi, superando i limiti di ciò che è giusto, sfocia volutamente nell’ingiustizia, il cui fine malvagio oltre che mancante di rispetto verso l’uomo, offende direttamente gli dei, custodi dell’ordine.
Pertanto, la vendetta divina punisce materialmente il malvagio per l’espiazione della colpa, secondo l’ordine del tempo.
L’interprete che assorbe la cultura orfica, rilevando la funzione ironica della sentenza formulata dall’ oracolo è Socrate, confliggendo con l’autorevolezza del responso del dio stesso di Delfi, secondo cui nessuno è più sapiente di Socrate.
Nell’Apologia Socrate esplicita che la sapienza umana risulta un non-sapere dichiarando:
“Unicamente sapiente è dio: e questo egli volle significare nel suo oracolo, che poco vale o nulla la sapienza dell’uomo; …e non volle riferirsi propriamente a me Socrate, ma solo usare il mio nome come un esempio” (Platone, Apologia di Socrate, 23 a-b trad. M. Valgimigli). Socrate che è il più sapiente del suo tempo, riconosce la sua ignoranza, la sua coscienza “di non essere sapiente né molto né poco” che è diverso dal negarsi “una qualche sapienza umana”.
Il significato del non sapere socratico si relaziona, per un verso col sapere degli uomini, per altro  verso col sapere di Dio.  Socrate rivela il rapporto fra la psyché e Dio, ossia fra sapienza umana e sapienza divina, intelligenza onnisciente che conosce dall’ universo all’uomo, fino ai più reconditi pensieri dell’animo umano.
Nel solco della tradizione platonica il tema della psyché, nella doppia valenza di cura dell’anima e dell’interiorità, è stato sviluppato nel medioevo alla luce della spiritualità cristiana, ma anche della religione ebraica e musulmana e nel mondo orientale dalle religioni buddista ed induista.
Nella filosofia moderna il tema della coscienza di sé è stato analizzato ed indagato nella prospettiva dell’ autocoscienza, esteso alla comprensione della soggettività individuale, sociale e politica.
Come ha osservato acutamente Michel Foucault nel testo Tecnologie del sé (Bollati Boringhieri, 1992) “nella cultura greco-romana la conoscenza di sé appariva come una conseguenza del prendersi cura di se stessi. Nel mondo moderno è la conoscenza di sé a costituire invece il principio fondamentale.”  (pag.18).
Nel novecento con lo sviluppo della moderna psicologia scientifica l’indagine sulla conoscenza di sé è stata pluralizzata mediante l’utilizzo di particolari tecniche e processi di analisi della comprensione di se stessi “che permettono agli individui di eseguire, coi propri mezzi o con l’aiuto degli altri, un certo numero di operazioni sul proprio corpo e sulla propria anima”(ibidem, pag.13)
Esemplificando con rapidi riferimenti ad alcune scuole psicologiche che hanno approfondito le fondamenta scientifiche della psiche, non solo come terapia delle malattie neuro-psichiche ma anche come oggetto d’indagine di ambiti specifici: il comportamento (scuola del Comportamentismo), la pragmatica della comunicazione (G. Bateson, P.Watzlawick e la scuola di Palo Alto), i processi della conoscenza (scuola del Cognitivismo ).
Oltre a questi aspetti, la scoperta e l’analisi dei diversi livelli dell’inconscio ad opera di Sigmund Freud e gli sviluppi di Carl Gustav Jung  hanno aperto nuove prospettive alla psicoanalisi che nel significato etimologico, deriva dall’unione dei termini Psiche, per i greci “anima”  per la scienza moderna “mente” e  Analisi, scomposizione di un tutto nelle singole parti costitutive di quel che anima la psiche. Dunque, psicoanalisi alla lettera significa "indagine delle singole parti ".
La profondità dell’inconscio di cui l’Io è la parte emergente dell’iceberg, nella felice metafora coniata da Freud, è stato oggetto di indagine nel Novecento con sviluppi innovativi da parte di Jacques Lacan e lo psicoanalista britannico Wilfred Bion.
Altra scuola psicologica che si è sviluppata in Germania nel XX secolo è la Gestalt, che ha approfondito la consapevolezza dei vari contenuti psichici, collegando dinamicamente le componenti della personalità nell’insieme di una visione unitaria (visione olistica).
Al contempo, le scienze empiriche stanno sviluppando indagini, sempre più specifiche e settoriali nel campo delle neuroscienze,della fisica quantistica e della biologia che stanno contribuendo alla conoscenza neurologica e cura di molti disturbi psicosomatici.
Nella prospettiva di una focalizzazione sul tema dell’identità e della consapevolezza, notevoli apporti scientifici in una visione integrata e interdisciplinare della Psiche sono stati sviluppati  in Europa e negli Stati Uniti, dalla cosidetta corrente umanistica (Maslow,Rogers,..) , alla Logoterapia,
approccio psicoterapeutico teorizzato da Viktor Frankl e la psicologia denominata transpersonale (Grof, Wilber..).
Considerando anche altre pratiche recenti come la Mindfulness, di matrice psicologica  contemporanea che integra con diversità di impiego tecniche meditative, desunte da principi del buddismo Zen, individuate in un approccio scientifico e applicativo sul funzionamento della mente. Pertanto, al fine di ricondurre una visione olistica, integrativa e differenziale della personalità attraverso la mappa corpo-emozioni-mente in relazione al solenne monito dell’oracolo delfico, vorrei citare lo psichiatra italiano Roberto Assagioli, il fondatore della Psicosintesi, il precursore della psicologia umanistica che afferma “il Conosci te stesso dell’ oracolo di Delfi acquista un nuovo significato. Esso non vuol più dire soltanto”analizza i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, esamina le tue attività”; esso significa: “scopri il tuo Io più intimo, il tuo vero essere, apprendi le sue mirabili potenzialità”( R. Assagioli, Psicosintesi, Astrolabio 1993, pag.78).



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