sabato 19 agosto 2017

atharva veda

by guido monte
(photo by graciela muller pozzebon,commento by francesca saieva)

una volta era tempodisogni, atharva veda
(lo dico dum medium silentium tenent omnia
mentre oggi allo specchio contemplo solo
unha boca sen respiro, ollos sen visións,
orecchie sorde sulle vegetazioni sommerse del niente)
tremendum, fascinosum tras as tebras vía abrirse
o mar de cristal, mentres o sol durmía baixo
terra, che superava  le bestie di porpora,
e le loro lingue sulle cinque acque,
e mi sentivo preservato tra le fiammelle degli astri
mentre il sole dormiva sottoterra.
ekam iyoti bahudha vibhati
luce sola si mostra multiforme”
diceva sibilla riprendendo vita,
l’edera di nuovo scivolava dall’acanto,
ogni cosa rinasceva spontanea
e vibrava d’orgasmo nella terra
terre mari profondi cieli senza fine


commento di f.s.
Da un po', l'uomo enigmatico (C. Baudelaire) ha smesso di specchiarsi. È la nube che tace e su questo scoglio di basalto, è il naufragio. Come relitto, un albero nudo agli occhi dello straniero, mentre l'abisso (S. Mallarmé) stende rami, rigogliose braccia di un tempo... Sullo sfondo blu, le narici traboccano di verde e putredine e ogni cosa si lascia andare. Così, la vernice si è dissolta tra arbitrarie sagome di un molle disordine (J.P. Sartre). Una ‘radice’ è troppo? Se fossero saggi, i fiumi rimarrebbero dove sono? (B. Russell) Troppe domande per l'etranger,  ma… in questo  deserto, una foglia dice cose vere su cose oscure (G. Monte). Un tempo era un tempo... e se tornasse un tempo, la lampada darebbe luce sui segni di ogni volto (W. Blake), nuovi colori a questa vita, al mare calme parole: amo le nuvole... le nuvole che passano... passano laggiù. (C. Baudelaire)

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