venerdì 31 ottobre 2014

La cattura di Cristo



 
di Sofia Turturici
Questa sera fa freddo nel Giardino degli Ulivi, sembra quasi che il tempo si voglia ribellare, ma a cosa?...Tutti qui dormono ma io non riesco a riposare, fa troppo freddo e mi sento stranamente agitato. Dopotutto, è una serata tranquilla, gli alberi sono scossi da una leggera brezza e in lontananza si sente lo scorrere lento del fiume. Cos’è questo rumore?
Sembra una marcia, lenta ma fragorosa. Voci su voci che rompono il silenzio di questa serena notte.
Perché Gesù non fugge via?
Sta’ lì , in un angolo tra la collinetta e l’albero assorto nella sua tranquillità. Non sono mai riuscito a capire come faccia, è così assoluto nella sua totale serenità e comprensione verso il prossimo…
Eccoli, sono qui le guardie. Sono schierate e coperte dalla loro armatura come se questa facesse di loro degli eroi, come se essa bastasse per la loro salvezza. Eppure adesso, guardandoli così da vicino, non sembrano così forti; sottostanno a qualcuno che possibilmente nemmeno conoscono, commettono delitti che non vorrebbero commette. Sento lo stomaco stringersi e non è per la pietà che mi fanno le guardie. Cosa ci fa Giuda con loro? Più lo guardo più la rabbia cresce.
Sposto lo sguardo verso le guardie: hanno già preso Gesù che non oppone la minima resistenza. Vedo i suoi occhi pieni di rassegnazione mentre le torce delle guardie continuano ad illuminare questa notte che sembra interminabile. Non so cosa fare. Posso davvero fare qualcosa, o questo è ciò che deve accadere ?
Giuda si avvicina. Cosa vorrà, ancora? Più si fa avanti, più sento che la rabbia dentro di me cresce. Era uno di noi,faceva parte di noi. Eppure durante la cena Gesù l’aveva detto e nessuno di noi gli ha creduto. Forse si è pentito? Invece no. Mentre le guardie continuano a trattenere il maestro, lui si avvicina al suo viso e gli stampa un bacio sulla guancia.
Non so cosa mi stia succedendo, sto urlando. Sto urlando, non so contro chi ma lo sto facendo per rabbia, per delusione.
Giuda ci ha tradito.

 

 
 
 
 
 

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