domenica 3 novembre 2013

Il sud è sporco

di Raimondo Augello
“Una terra trasformata, resa misera colonia/

La metafora del male quasi fosse Babilonia”

(Valerio Minicillo)

Giovedì 31 ottobre la Camera dei Deputati ha deciso di rendere pubblici i verbali relativi all’audizione davanti alla commissione parlamentare sulle Ecomafie di Carmine Schiavone, il pentito che con le sue confessioni aveva  fatto crollare il clan dei Casalesi. Si tratta di dichiarazioni rese nel lontano 1997, ma che per ben sedici anni sono rimaste coperte dal segreto di Stato, impedendo che l’opinione pubblica potesse avere un’idea precisa di quanto accaduto in Campania e non solo; un segreto di Stato che finalmente la Camera ha ritenuto opportuno far cadere dando voce agli orrori che da quel vero e proprio vaso di Pandora iniziano a venir fuori. Una scelta dovuta, secondo la presidente Boldrini, alle popolazioni di quelle terre, investite da un dramma che pare senza fine e senza voce.



In realtà già da parecchi anni si parlava dei rifiuti tossici seppelliti in Campania e degli accordi inconfessabili tra  criminalità organizzata e industriali del Nord con la supervisione di amministratori locali corrotti se non addirittura in odor di camorra ed era stato lo stesso Roberto Saviano a raccontarci in Gomorra come ad un certo momento si capì che era più conveniente lasciare che le navi colme di scorie si fermassero a Napoli per deporre il proprio carico di morte, piuttosto che procedere sino in Africa, come per molto tempo era accaduto, magari per accompagnarsi al business delle armi, come la vicenda di Ilaria Alpi ci ha insegnato. Non solo. Già da anni i medici di base dei comuni compresi nella cosiddetta “terra dei fuochi” (tra la provincia di Caserta e quella di Napoli), lamentavano un’ impennata anomala delle patologie tumorali: dal 2008 al 2013 le richieste di assistenza sanitaria con codice riferentesi a tale genere di patologia è aumentato del 300%. Tutto ciò era dunque evidente, sotto gli occhi di tutti, tranne che di uno Stato che, lungi dall’intraprendere una bonifica, ha piuttosto preferito mantenere per sedici lunghi anni un segreto che ha permesso che quel “sistema”  continuasse ad incrementarsi. Un’offesa ad un intero popolo, un popolo “che hanno deciso di condannare a morte”, racconta Schiavone in una lunga intervista concessa in questi giorni in esclusiva a Rai News. Ciò che emerge dai documenti pubblicati è infatti un quadro davvero allucinante: non solo la Camorra, ma anche le altre più note organizzazioni criminali si sono rese artefici di questo patto scellerato che avrebbe portato a riempire di rifiuti mortali tutto il Sud Italia, dalla Campania sino alla Sicilia, passando attraverso Puglia e Calabria. Un patto scellerato a cui avrebbe aderito anche lo Stato stesso, impegnato attivamente a garantire i massimi profitti alle industrie del Nord e colpevole di omissione non soltanto nel non avere voluto tenere conto a suo tempo di quelle dichiarazioni dando inizio ad un processo di ricerca e di bonifica, ma nell’avere addirittura voluto ostinatamente mantenere un segreto di tale portata. Un patto a cui avrebbe concorso anche la Massoneria deviata e che avrebbe portato a convogliare verso il Meridione non soltanto un numero imprecisato di milioni di tonnellate di scarti di lavorazione speciali, ma anche i rifiuti provenienti dai lavori di bonifica di aree come Seveso o Porto Marghera. E tutto ciò in un contesto a forte vocazione agricola, in cui chiuse le industrie una volta esistenti, la terra rimane per molti l’unica risorsa per non emigrare. Eppure si è preferito tacere la verità su questo “sistema” , mentre nell’indifferenza generale, anche dei mezzi di informazione, parroci-coraggio, come quello di Caivano, hanno pensato con una mossa disperata di sensibilizzare l’attenzione delle autorità inviando al Papa e al Presidente Napolitano migliaia di foto di bambini morti di cancro, autografate dalle rispettive madri; madri-coraggio, anch’esse, che hanno dichiarato nelle interviste di non volere pietà, ma semplicemente il riconoscimento di una dignità calpestata, violata. Uno sgomento che, come accennato, investe anche tutti i medici di quelle zone, che lamentano l’impossibilità di fare prevenzione primaria: “Come consigliare ai pazienti” dichiara uno di loro “di mangiare cavolfiori per prevenire il cancro del colon-retto, se recenti indagini hanno messo in luce una concentrazione inimmaginabile di veleni proprio nei cavolfiori?”.  “E lo stesso” aggiunge un altro dottore “si può dire oltre che della terra anche dell’acqua e dell’aria che si respira”. “Ma quanto sta emergendo”, aggiunge Schiavone, “è solo la punta di un iceberg”.

A tutto ciò dovrebbe pensare chi, ripetendo a mo’ di pappagallo il catechismo dell’incultura che gli è stato geneticamente trasmesso, dovesse avere ancora la tentazione di affermare che “al Sud non c’è senso dello Stato”.

Nel mondo antico, quando una potenza imperialista (penso in particolare a quanto fecero i Persiani in Grecia) voleva saggiare la disponibilità di un popolo alla sottomissione, in modo da farne una colonia, inviava ambasciatori per riceverne atto formale di sottomissione con la consegna di acqua e di terra, quasi a voler significare che a tutto, anche agli elementi primari rinunciava il popolo sottomesso a beneficio dei nuovi padroni. Con la triste vicenda del nostro Meridione sembra che il paradigma della storia trovi un’ulteriore e drammatica conferma.

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