mercoledì 31 luglio 2013

frasi pensate o sentite per strada

by guido monte
(disegno di nicola spacca)

nella mia vita sono riuscito solo a leggere qualche libro, e basta

preoccupandoci di cose che svaniranno presto, non di ciò che conta

copiare e ricopiare vecchie cose, riscriverle in modo nuovo…

pensare alle cose da fare nella giornata, non oltre

i gesti consueti devono esser continuamente dotati di nuovi sensi

camillo s. vede se stesso nel deserto senza illusioni, “con occhi asciutti

guardiamo tutto, dice paolo, come in uno specchio

domenica 28 luglio 2013

RI_COR


by silvia dello russo
(photo by pippo zimmardi)

ricordi ancora quella notte
in cui il vento ululava sulle scogliere nere
addolcite da coraggiosi pini marittimi
che porgevano il fianco o la guancia
allo schiaffo del mare infuriato

ricordi ancora quel sale quasi nero e denso
che attanagliava l'aria che respiravamo
ricordi
le infinite stelle su quel palato nero...
ricordi l'infinito?

racchiuderlo in un ricordo
o nel soffio delle anime..
come la conchiglia racchiude lo sciabordio
di mille lingue
fatte di onde...


ricordo
flutti di vita
ora li vedo
ora li vedo
non più superficie piana
ma basso e alto rilievo
mentre ascolto il rumore dei  passi...

sì ora  ri-cordo

lunedì 22 luglio 2013

l’orfeo di pavese


by guido monte
.
orfeo e la sua euridice avevano lasciato l’ade ed erano quasi al velo del cielo.
poi orfeo si ricordò del freddo delle ossa di euridice laggiù, il freddo a cui poi sarebbero ritornati… pensò al gelo, al  vuoto di prima e che ormai faceva parte di lei.
allora si voltò, e abbandonò la sua euridice dietro le porte del nulla. eppure per lei aveva affrontato l’inferno, la baccante che ascolta il racconto  stenta a credergli.

aveva guardato il volto della morte, ma non cercava più euridice, cercava il suo passato di gioia, la stagione dell’innocenza.
i morti non esistono, non sono.
persefone aveva nascosto  il volto, ade lo aveva ascoltato e aveva percepito il loro proprio nulla. poi,  mentre risaliva il sentiero, orfeo sentì la vita nella luce del mattino, e la morte del passato: e si voltò.
forse aveva cercato solo se stesso, e aveva scoperto che non ne valeva la pena.
non sa ancora oggi cosa sia un uomo.
ma aveva sognato ciò che voleva risalendo all’alba, ai monti, quando ormai aveva scoperto dentro il suo inferno, e così in ogni caso aveva perso di nuovo la luce.
gli altri uomini invece non sanno, e ignari possono ancora continuare a sentire l’ebbrezza della vita.

giovedì 18 luglio 2013

warum?

by guido monte

quisque suos patimur manes... ma in interiore homine habitat veritas, un segreto nascosto dentro ciascuno di noi, un viaggio destinale che quasi mai riusciamo a riconoscere.

lo ricorda laing, un vecchio paziente portato quasi di peso, diciott’anni, grida di suo padre, sembra distratto. non gli va di “esser misurato”, finge di non capire niente, alla fine urla a squarciagola…

“en este segundo cuantos estan aplastados? en este instante cuantos estan enfermos? en este instante, cuanros no pueden hablar?” useless words in the evening… because “hier ist kein warum” 
they said to primo levi, death arranges for spaces of broken bodies (trad. in spagnolo by olga milazzo)
 
non credere più, dubitare di esistere, di poter tornare fuori dalle tenebre dal pozzo senza pareti, di poter uscire dalla torre del labirinto, continuare a non capire e chiudersi nel silenzio, un silenzio privo di emozione… to slow down the fall-out clock, “... si la sfârsit marea sa închis deasupra noi, till the sea closed upon us”; qualcosa era stato detto, io non lo ricordavo più

ciao, come stai, io sono sempre qui come al solito; hai avuto la tua conchiglia? solo una conchiglia al giorno, solo quella, ti aspettavo per quella conchiglia, una conchiglia pallida! basta tendere la mano, e poi va verso l’alto verso colombe e rondini, tra alberi e montagne, tra fiori e foglie, tra fogli scritti e non scritti.

sabato 13 luglio 2013

al ladro!


by silvia dello russo
(photo by pippo zimmardi)

mi hai chiesto una poesia per te
per te che ogni volta la vorresti trovare…
dicevi sul serio?
sempre nascosto ad un metro dietro alla realtà… nessuno ti fregherà, fregarti cosa? l’unica cosa che ti rubai già: il cuore.
tu, che ti muovi nel tuo mondo davanti ad uno specchio, di occhi ne hai mille ma solo quelli veri li desti a me.
tu con quell’eterna paura di perdere il colpo, sveglio per anticiparla quella fottuta paura che sai trasformare in rabbia ruggente.
in una sfera fin da piccolo hai nascosto le tue frustrazioni… quelle che odiavi e che calciavi sempre più lontano… facendo strada ai sogni... il nemico... era la tua divertente guerra...
ecco la poesia AL LADRO!

dell’anima…

giovedì 11 luglio 2013

sempre foglietti…


by guido monte
(ri-traduzione in francese di Silvia Dello Russo)

“… mi fa tremar le vene e i polsi” (dante)

dicembre, vento freddo, un vicino alla finestra; notizie di morti sul giornale senza assolti o salvati, solo caronte sul traghetto dalle vele nere, oltre il fiume-oceano.

siamo animali bendati che girano a vuoto per infinite ore sprecate intorno al palo di una stanza…
non abbiamo colpe da dividere, in premio abbiamo solo le pause.
anche se crollano i muri, si pensa ancora solo alla mera sopravvivenza, di ragioni per vivere non c’interessiamo più.

martedì 9 luglio 2013

Par@to in Par@is

by Silvia Dello Russo

profumi ebraici
su ritmo siculo
piazza...
una?
no, mille... del mondo
peuple... un mond entier

il fiumez
quello bollente... delle vene
voci
parole
ritmi musica
e danze
danze?
no scusa... il corpo
sul quale posare
la storia dei mondi

luci luci ferro musica e ancora...

domenica 7 luglio 2013

Una rosa bianca

di Salvo Balsano

Il sorriso di ghiaccio nella cantina distorta, una voce morta nello specchio nero, il cervello di latta del cranio stanco: hanno pugnalato la luna; e lei piange in silenzio. 
Questi occhi di cenere bruciano d'inferno, queste mani di carta graffiano i vetri del sonno. Dove? Muto? Io? Disperso? Trema, crolla, soffoca; e muore. 
Ho sepolto una rosa bianca, dovevo mirarla. Ricordo il canto di quei petali funebri e quelle lacrime immaginarie che amavano. Dov'è andata la bellezza? È disgustoso. 
"Lasciatemi così / come una / cosa / posata / in un / angolo / e dimenticata" (Giuseppe Ungaretti, "L'allegria", "Natale").

giovedì 4 luglio 2013

Parigi Cortazar/Antonioni

by Pippo Zimmardi


Prima di partire mi ero fatto procurare da Costantino la fotocopia di un breve racconto di Cortazar ambientato nell’isle de St-Luis dal titolo “le bave del diavolo”. Da questo racconto Antonioni ha preso spunto per il suo Blow-up ed io volevo vedere i luoghi di ambientazione del racconto. Non si trattava di una ricerca di archeologia del set come sarebbe piaciuta a Michele Mancini, bensì di una mia curiosità sulla virtualità del set. Quale sarebbe stato il set del film di Antonioni se fosse stato ambientato e girato negli stessi luoghi indicati dal racconto originale?  La caccia alle possibili differenze sarebbe potuta essere il gioco più appropriato da sostenere. Un fotografo crede di aver fotografato una determinata situazione che si rivela altra e poi ancora un’altra. Avevo previsto anche la possibilità, trovato il luogo delle sviste, di fare qualche ripresa con la videocamera: il cielo, le nuvole, gli angoli e i passanti.