giovedì 28 febbraio 2013

Le dimissioni del papa: quali scenari futuri per la Chiesa?

 
di Valentina Sechi
 
Il 25 febbraio, in occasione del Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, Papa Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni.
A proposito delle ragioni che lo avrebbero spinto a maturare questa sofferta decisione ha sostenuto che le sfide poste dal mondo odierno alla Chiesa e l'esercizio del ministero petrino richiederebbero forze superiori a quelle di cui egli godrebbe, tenendo in considerazione l’età ormai avanzata (85 anni).

Il Segreto degli Annwyn: un "itinerarium mentis"

di Guido Monte

Claudine Giovannoni è una riconosciuta autrice svizzera di romanzi, una “viaggiatrice della mente” dunque, che ha sempre pensato a metà tra oriente e occidente, tra mito e realtà. E i suoi romanzi, veicolati dalla fantasia, si sono mossi all’interno di mondi dell’immaginazione in realtà però sempre profondamente vincolati dal senso del dramma del nostro conflittuato mondo reale.

mercoledì 27 febbraio 2013

Messaggio d'amore

di Silvia Dello Russo

Vedo ancora i tuoi occhi
Voglio vederli
Sento la tua voce
Voglio sentirla

Ma
Tra me e te la morte
Che non comprendo

Ma ti odio poi io morte?
Oppure t'amo
Perché mi appartieni...

Dove hai portato l'uomo antico che ora vive
Ogni istante inafferrabile innanzi a me?
Perché non restituirlo alla vita...
Che da un anno lo hai portato con te...
Perchè non riportarlo qui tu avida un momento
Per risentire la sua voce profonda
Per rivedere i sentieri
Per pronunciare ancora insieme
IO SONO COLUI CHE È.

E invece torni ma
Per avvolger nel tuo mantello
L'angelo che canta
Anche lei porterai con te
Togliendola dal suo dolore?

Ma hai tu una giustizia?
Sei tu vita in assenza di vita
Sei tu vita in presenza di vita?
Io non lo so
Se ti amo o se ti odio
Perché dài vita e libertà eterna
Perché rapisci definitivamente
Senza possibilità di riscatto
Senza più ritorno

Troppo piccola io per
Comprenderti
Troppo misteriosa tu
Per di spiegarti

Forse anche tu
Sei solamente colei che è
Ed io innanzi a te Sono niente

Però tu diglielo intanto
Che mi manca
Che lo cerco sempre dentro me
Che mi manca sì mi manca

Antonio...
Sussurragli col tuo silente mantello...
Silvia ti sta chiamando!

martedì 26 febbraio 2013

Tuffo nell'oblio

 
di Alessandro Mantia
 
Scivola
uno sguardo in un ricordo.
Rema
in un cielo senza nuvole
un pescatore del destino.
Sin da quando era bambino.
Tramonto
di un sole rosso che si tuffa nell'oblio.
Rema uomo, rema!
Vecchio o bambino
insoddisfatto del destino
rete vuota di una dannata via.
Speranza
incredula incertezza
di un'alba.
Manto di stelle
gelide dita sulle tue spalle
roventi baci svaniscono come bolle.
Fermati mano!
non prender quel bicchiere!
che lento si svuota nella bocca.
Cedono,
le palpebre cedono
al peso dei ricordi,
flebili ma ingordi
di una vita che svanisce. 
 


domenica 24 febbraio 2013

storia di CT

di guido monte

e carlo, chiamato CT,
correva ogni giorno
verso la stazione di milano porta garibaldi
quarant’anni fa.
non si sa se prima fosse stato
un prete o un marmista,  
dormiva per strada
finchè non gli pescarono una casa in via pinamonte,
a vimercate, dopo che per tanto tempo era andato
ogni giorno a palazzo marino per gridare:
''non ho una casa!''.

quel che pensava lo scriveva sui muri e l'asfalto,
e girava pedalando un suo ciclo-carretto
dove teneva la sua famiglia, tre cani:
La Bella, L'Umanità e L'Amore
(ma in casa c’erano i due gatti,
un maschio soriano ed una micia nera);  
portava anche la vernice
e il megafono per scrivere
e dire a gran voce:
''popolo bue, ti uccidono con l'onda!'',
oppure ''esistono impianti a onde che torturano
rovinano e uccidono da lontano milioni di morti''
''ti uccidono con l'onda! con l'onda ti uccidono!
i russi, gli americani, il vaticano!''
“radio e televisione basta versi da gorilla ma cultura”

da tempo se n’è andato, il cuore si è fermato,
gli amici-fratelli animali saranno rimasti soli
e poi anche loro se ne saranno andati,
ma resta ancora
qualche sua traccia di vernice bianca
sui muri vicino al castello sforzesco.

venerdì 22 febbraio 2013

Loss


di Silvia Dello Russo

Ridere 
Schiaffeggiando l'ennesima perdita
Sul verde tappeto di una fottuta vita
Ma divina
Attendere
Senza quasi respiro il casuale giro dei dadi
Sperare
Credere 
Nella vittoria nostra
Mentre il cuore impazza in gola 
Ascoltare
Il verdetto finale
Vedere
Infrangersi come cristalli 
I sogni le aspettative
Mentre il profumo della vittoria
Se ne esce di scena

giovedì 21 febbraio 2013

Oggi è la Giornata Internazionale della Lingua Madre


di Fonso Genchi

Il 21 febbraio del 1952, all’Università di Dacca, attuale capitale del Bangladesh ma che allora faceva parte del Pakistan, la polizia pakistana uccideva alcuni studenti che manifestavano per ottenere il riconoscimento ufficiale della loro lingua madre, il Bengalese. Dal 2000, ogni anno, il 21 febbraio si celebra la 13° Giornata Internazionale della Lingua Madre. Questa giornata è stata istituita nel novembre del 1999 dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), con la finalità di promuovere la diversità linguistica e culturale nel mondo e favorire il multilinguismo.

Voli

di Alessandro Mantia

A te amico mio, che sempre con il sorriso sulle labbra hai affrontato i giorni peggiori. 
A te, che tutte le volte che ti vedevo sembravi stare sempre meglio, ma con qualche cicatrice in più.
A te caro Dario, che quando ti eri ripreso dicesti: "Ogni cicatrice è un autografo di Dio".
Non hai mai ceduto, non hai mai mostrato segni di stanchezza, hai combattuto come un guerriero, caduto in battaglia nel campo della vita. La malattia non ha mai spento il tuo sorriso che, ogni volta che vedevi noi, la tua squadra, si accendeva come un raggio di sole. 
La poesia che segue, la scrissi il giorno in cui te ne sei andato, e adesso voglio che ti si ricordi così, come un giovane che finalmente pieno di forze sale la scala per la vita.
Ciao Dario.
.
Voli...
Voli tu che puoi,
esci da quelle scarpe, ti giri
e guardi i passi che hanno percorso.
Ti levi quel sassolino che da tempo ti dannava, 
ma non scagliandolo contro qualcuno,
semplicemente poggiandolo a terra.
Adesso alzi lo sguardo
 e a piedi nudi sali una scala luminosa,
guardi ciò che è stata la tua vita dall'alto, 
e vedi quanto la gente ti voglia bene.
Voli, sì voli, amico mio adesso che puoi,
le scarpe restano giù,
immobili,
lontane... 
vorresti scendere e indossarle una seconda volta, 
ma ogni gradino che sali scompare dietro di te.
Allora guardi avanti, vedi una giardino in cima alla scala,
sorridi,
e non senti più il dolore,
le tue gambe sono più forti che mai
e sorridendo,
senti che vai verso la vita.

mercoledì 20 febbraio 2013

Pezzo di legno

di Alice d'Alessandro
(Berlino, gennaio 2010)

Pezzo di legno.
Essere piccolo piccolo
masticare e inghiottire
le parole
la strada dell'essere
per non essere più
alla fine

martedì 19 febbraio 2013

Monti, Dannunzio e la vera retorica

di Enzo Barone
 
Oggi voglio parlare del concetto di verità, non di quella metafisica, assoluta, ma della relazione di carattere squisitamente retorico che si instaura tra chi, comunicando, tenta di convincere della verità del suo messaggio e coloro che questo messaggio ricevono e di come mutino di volta in volta a seconda delle diverse necessità comunicative i relativi registri linguistici.
Mescolerò, lo dico subito, il sacro col profano. Veda il lettore a quale casistica riferire l’uno e l’altro aggettivo.

lunedì 18 febbraio 2013

La condanna

di Francesco Scrima
“Ma sulla gola di K. si posarono le mani di
uno dei due signori, mentre l’altro gli spingeva
il coltello in fondo al cuore rigirandolo due volte.
Con occhi ormai spenti K. vide ancora come
i signori, guancia a guancia davanti al suo volto,
spiavano l’attimo risolutivo. – Come un cane! – disse,
e fu come se la vergogna gli dovesse sopravvivere”.
(F.Kafka – Il processo)
   Per le sue abitudini, stava rientrando a casa molto presto.
   Non albeggiava ancora, ma lui, chissà in quale parte dell’animo, sentiva che la luce non sarebbe tornata più.
   Sanguinava. Alla schiena, o forse più in alto, fra le scapole, da una ferita aperta scorreva copioso del sangue, del sangue suo – solamente suo.

domenica 17 febbraio 2013

Ma quanto mi pensi?


                                                        
 di Raimondo Augello
 
 Venerdì 15 febbraio, nei locali della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Palermo, si è tenuta un’assemblea aperta alla cittadinanza organizzata dal comitato no Muos. Molti sanno cosa si nasconda dietro questa sigla, ma a beneficio di chi non sapesse di cosa si tratti, diremo che nel territorio di Niscemi (Caltanissetta), in luoghi già dichiarati di interesse comunitario, la Marina americana ha intrapreso la costruzione di quattro enormi radar satellitari di straordinaria potenza utilizzati per  i droni, i modernissimi velivoli senza pilota, usati sia come aerei spia che come caccia bombardieri, ultima frontiera della guerra  infinita (per citare il titolo di un interessante saggio di Giulietto Chiesa pubblicato qualche anno fa).

venerdì 15 febbraio 2013

Ravanti a grutta di Lourdes


di Vito Fiorentino
.
'Nni vieni ru cuori sta priera, Matri.
Pi' nuavutri nun t'addumannamu nienti.
Aiutanni a diventari pani
pani friscu
pani sempri nuovo,
pani ancuora cavuru
pi' rumpillu e passallu a l'avutri,
e gienti ri tutti paisi
ri tutti i firi
ri tutti i culura.
Aiutanni, Matri,
a farinni Parola
ne' relazioni r'a famigghia,
ne' relazioni cu' munnu.
Ni rasti a strata
e nuatri 'a putiemu fari cu' tia.
Tu ricisti u' to sì
e n'insigni a tinirizza.
Tu ricisti u' to sì
e n'insigni a mittirinni ne' mani ri to figghiu.
Tu ricisti u' to sì
e n'insigni a sapirinni taliari nall'uocchi,
a sapirinni accanusciri tutti figghi ri Diu.
Tu ricisti u' to sì
e 'i nostri paroli,
i nostri carni
sunnu addiventati i paroli e i carni
ru munnu.
Tu ricisti sì
e i rulura, i bisuogni ri l'avutri
sunnu i rulura e i bisuogni nuostri.
Tu ricisti sì
e no' to sì
attruvamu 'a biddizza, 'a gioia, l'Amuri
ru nostru Signuri
.
(Davanti alla grotta di Lourdes.
Ci viene dal cuore questa preghiera, Madre // Per noi non ti chiediamo niente // Aiutaci a diventare
pane, // pane fresco, // pane sempre nuovo, // pane ancora caldo, // per spezzarlo e passarlo agli altri,
// agli uomini di tutti i paesi, // di tutte le fedi, // di tutti i colori.// Aiutaci, Madre, // a farci Parola //
nelle relazioni della famiglia, // nelle relazioni col mondo. // Ci hai dato la strada // e noi la
possiamo percorrere con Te. // Tu hai detto il tuo sì // e ci insegni la tenerezza. // Tu hai detto il tuo
sì // e ci insegni a metterci nelle mani di tuo Figlio. // Tu hai detto il tuo sì // e ci insegni a saperci
guardare negli occhi, // a saperci riconoscere tutti figli di Dio. // Tu hai detto il tuo sì // e le nostre
parole, // le nostre carni // sono diventate le parole e le carni // del mondo. // Tu hai detto sì // e nel
tuo sì // troviamo la bellezza, la gioia, l'Amore // di nostro Signore.)

giovedì 14 febbraio 2013

Lettera aperta a Corrado Augias


di Raimondo Augello
Do pubblicazione della lettera inviata in data odierna a Corrado Augias, conduttore su Rai 3 del programma Le Storie:
 
Egregio dott. Augias,
sono un telespettatore che da sempre la segue nutrendo grande ammirazione nei confronti della sua professionalità e della sua competenza. Lo scorso 13 febbraio mi è capitato di assistere alla puntata della sua trasmissione su Rai 3 (che io cerco di seguire quando posso, compatibilmente con i miei impegni di docente presso un noto liceo cittadino) in cui era ospite il prof. Barbero, che in quella circostanza si trovava lì per presentare il suo ultimo libro avente come tema i soldati borbonici prigionieri nelle fortezze sabaude, con particolare riferimento alla famigerata Fenestrelle. Premetto che all'argomento in questione e più in generale alle pagine di storia rimossa che hanno

martedì 12 febbraio 2013

Un caso senza precedenti?

di Francesca Saieva

“E la Divina Commedia, sempre più commedia al punto che ancora oggi io non so se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito”, cantava così Antonello Venditti nel lontano 1975. Sì perché, mentre la letteratura forgiava le coscienze, la storia ci abituava al declino dei Poteri Universali.
Così, il politicamente inviso Celestino V, agli occhi di Dante, appariva un ignavo da Antinferno. In fondo,si sa, ricordiamo prevalentemente lui, quel Pietro del Morrone, umile d’origine e così pure d’animo, e il suo gran rifiuto.

lunedì 11 febbraio 2013

Il coraggio della memoria



di Raimondo Augello
Nel panorama variegato della musica antagonista degli anni  ’70 un posto di rilievo lo occupa una formazione di ragazzi milanesi, gli Stormy six, autori di parecchie raccolte e protagonisti di una storia lunga e per certi versi travagliata. Nati nel 1966, gli Stormy six sono tra i primi esponenti del rock italiano, non esenti da alcune venature psichedeliche (in stile Pink Floyd) e country.

EXIT ovvero Uscita di sicurezza in forma di poesia

di
Francesco Scrima
 
“Oggi è proprio finita” – mi dicevo – “è finita…”
(e già nel vortice inghiottivo le parole
e non la sentivo più mia
chissà com’era, dov’era, cosa era)
di colpo tornavo a bastare a me stesso
nel gioco dell’esistenza (se l’essere non basta)
e freddo e vento erano freddo e vento
e la pioggia una cosa inerte che bagna
tutto – improvvisamente spietatamente banale.
Raggiungere l’ubi consistam
                                                                                                                     desiderio carnale
e quello stupido bisogno di felicità
                                                                                                (cos’è “felicità”?)
ma già i pensieri s’assommano ai pensieri
no, non c’è più un ieri
- mai più dovrà esserci nella mia vita un ieri –
e saperti appagata forse è il meglio
che possa chiedere – eccome! – e, potessi,
lo chiederei
per sorriderne con chi ti sta vicino.
Ecco, torna il tarlo a rodere il cervello.
Ma: che importa?
(IT DOESN’T MATTER !!!)
l’intelletto si ciba del suo cibo
quello che non si corrompe
ed è vivo – capite? – è vivo come mai
pronto al decollo, al volo interminabile,
a imboccare le correnti giuste
(habet non habetur)
unico vero trionfatore!
È un rullo compressore
                                                                                                               che ci sovrasta
e le parole sono le sue dita
taglienti dita a carezzare…
Per questo – mi senti? puoi più sentire? –
per questo
Non c’è vita mai / che al suo sogno basti”
(sii realista,
una volta almeno,
hai preteso da te stesso
l’impossibile…)
e allora basta (basta prendere botte):
“O tu, Edipo,
                                                                                                        perché indugi ad andare?
Da troppo tempo indugi:
                                                                                                         è ora, ormai che tu vada…”
Ma dove andare quando
a mezza via
il compagno di viaggio si è fermato
pavida preda di presagi infausti
e parole impietose e di certezze…?
Eppure questo è tutto: non c’è mezzo né fine
nel turpe guazzabuglio ch’è la vita,
e se meno capisco meno voglio capire.
                                                                                                         Tutto qui.
Tutto in una lettera.
E stavolta – ci credi? – è proprio l’ultima.

 

domenica 10 febbraio 2013

suicidio a trapani


di guido monte

giuseppe si è impiccato sotto casa:
su un foglio un elenco di morti,
l'ultimo nome è il suo;
l'ultima frase:
 "adesso mi tolgo dallo stato di disoccupazione".

giuseppe prima segava marmo,
poi è passato ai mattoni,
era muratore.
l'ultimo contratto più di dieci anni fa.
"senza dignità, senza dignità",
questo il solo pensiero degli ultimi tre anni.

 sabato notte ha trovato il suo modo
di riprendersela la dignità,
con una corda al collo.

mercoledì 6 febbraio 2013

Lo Stato d'Israele e la genesi della questione palestinese


                                      

 di Franco Giolitto

 “Un brutto pasticcio“ questo è quanto affermano i commentatori stranieri quando parlano della Palestina riferendosi al groviglio di situazioni storico-politiche, di interessi divergenti, di dispute internazionali etc. Ma come mai si è arrivati ad una tale situazione intricata? Chi ha ragione e chi ha torto? Come mai non si riesce a venirne fuori malgrado una serie di iniziative intraprese dall’ONU, dalle grandi potenze, dalla comunità cristiana, islamica, ebraica?

martedì 5 febbraio 2013

alla morte

di Silvia Dello Russo

vivere
non è mai stato così facile
lasciarsi morire
è sempre stato così  difficile
morire
non è mai stato così voluto

Morte
che non mi sei appartenuta mai
morte che oggi fortemente mi appartieni
tu paura di ieri
oggi  ti chiamo

è a lei che ti accompagno per mano
che non ti spaventi dunque
ma ti sia famigliare
questa morte che non ci separerà
mia e tua morte
tua nuova casa di libertà

togli dalle tue lacrime la paura
lascia scorrere solo
l'umano addio
non morirai
lo sai

Alla non più estranea morte io ti affido
donna che traghetterài l'anima
in mondi nuovi
dove già sei ancor più bella
dove già canti 
e mi scriverai musica
che sentirò
che già sento
asciugando le lacrime
su questo tuo volto
scalfito sulla parete del cuore

sabato 2 febbraio 2013

"Compagni", di Daniela Palumbo

ai miei ragazzi
della V L
In ritardo
tra i banchi di scuola.
Qualche metro oltre la soglia
delle ultime tue ore.
Pochi minuti quasi rubati
mentre sorrido e ti lascio finire,
per imparare a tenerti dentro me
tale e quale.

La giusta distanza


Jason Pollock Convergence
di Francesco Scrima  
“Ma io, per lunghe strade, coi miei occhi
inutilmente. Io, mostro da niente”
(Sandro Penna)

   Mio adorato bene,

è la prima volta che scrivo una lettera che non spedirò mai e che nessuno leggerà. Ma sarà comunque la nostra lettera. La mia unica lettera per te.
   Tu non mi conosci. Io sì, ti conosco, da quella volta in cui sei apparso, bello come un dio, fra le chiuse di legno d’una finestra, e il tuo sguardo si è perso lontano, nei bagliori d’un orizzonte che non potevo vedere, perché era al di sopra di me – al di sopra di tutto.
   Sembravi Ippolito, il cacciatore vergine, che insegue l’onda impetuosa con l’impeto dei vent’anni e non sa quale destino la crudele Afrodite prepari per lui e non conosce altro amore che la forza della sua giovinezza.