domenica 28 ottobre 2012

Hunderground



di Luigi Carmina











Sono le ore 7:30 del mattino del 26 marzo, fuori è nuvoloso.
In questa città del meridione è normale. È passato un mese dalla dipartita di un mio caro parente, e non so se è questo o no a farmi prendere una decisione: devo andare via.
Ho deciso di andare a vivere in una metrò. Non quella più vicina a casa mia che è solo ad un chilometro, sarei subito rintracciabile, ma quella due fermate dopo. Però già ho avuto un dubbio: come laverò i miei vestiti.

sabato 27 ottobre 2012

My faith


di Luigi Armetta

Ho una bambina

Petite fille a la gerbe di Auguste Renoir
 

di Daniela Palumbo
 
Ho una bambina, bella come il sole quando sorge
come la luna piena e intorno tante stelle.
 
La mia bambina quando mi dorme accanto
è tutta ciglia e guance
è un disegno coi pastelli a cera.

 La mia bambina quando si sveglia che è mattina:
bacio e carezza mamma, prima che vai a scuola.
 
La mia bambina è sovrana, sopra le mie scarpe con il tacco
dondola come un fuscello lieve.
 
La mia bambina ritaglia stelle di carta e poi le appende
così risplendono
muri e maniglie letti e cassetti porte e scaffali.

 La mia bambina aggiunge dita alle dita
o se è il caso le toglie
e sul foglio arrotonda le vocali.
 
La mia bambina fa tanti bei disegni papà mamma e figliolette in fila
(e abbiamo tutti lo stesso viso, e tutti e quattro lo stesso lungo sorriso)

La mia bambina dice quando sarà lei la mamma
e io di nuovo piccola e vecchina
mi accudisce mi copre mi prepara da mangiare
e mi cura senza medicine.
 
La mia bambina attende i nonni morti
una notte di novembre che portano a casa i doni.
 
La mia bambina dice “ha detto la maestra”
e crede a san nicola santo protettore dei dentini.
 
La mia bambina quando viene il Natale
è allegra e festosa come una carta regalo.

 La mia bambina per lei è sempre festa
anche quando noi grandi non ce ne accorgiamo.
 
La mia bambina la mia bambina sono due
e tutt’e due sono per me la luna e il sole.
 
La mia bambina è luna e sole
splende sempre, splende giorno e sera.

E mi riempie di me.

giovedì 25 ottobre 2012

Lettera aperta al Ministro Profumo

di Tiziana Cannavò
(del Liceo classico G.Meli di Palermo)

Egregio signor Ministro,
non abbiamo studiato e speso la miglior parte della nostra vita sulle "sudate carte" per fare i supplenti a vita. Perchè è a ciò che degraderebbe il nostro lavoro, la sua Riforma. Anzi. Non saremmo dei supplenti. Saremmo ancor meno di questo, dei semplici tappabuchi! Un'ora qui. Un'ora là. Non possiamo accettare un simile svilimento professionale. Per giunta senza un'adeguata gratificazione economica.

“Li muderni cavaleri”

di Salvatore Palumbo

Caspita, comu li tempi su’ cangiati!
’Na vôta veri nobili si nasceva
ppi tradizioni di vecchi antinati
e la curuna di meriti risprinneva.

Cavaleri erunu l’eroici Cruciati
di fidi armati in Cristu Ridinturi,
ccu sulenni riti tutti consacrati,
sempri luttannu contra i tradituri.

Oggi scumparsi sunu i blasunati
e di bottu si fregianu cavaleri
latri, curnuti e tinti carritteri;

ma soprattuttu sempri li truvati
ntra chiddi ca ’mpastannu quacinazzu
diventan cavaleri di lu cazzu.

mercoledì 24 ottobre 2012

La sete

 
di Francesco Scrima
 
“Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra”.
(E.Montale – Falsetto)
   Quel giorno, Pablo riuscì a volare.
   Non fu difficile; almeno, non più di quanto lo è ogni gesto quotidiano, ogni parola gridata o taciuta, ogni carezza lasciata a metà.

martedì 23 ottobre 2012

BALLATA DI L'AMURI

di Vito Fiorentino


Fu accussi ca 'nni canusciemmu:
comu ogni matina
m'attruvavu 'a banca,
pu' me' travagghiu;
'nfacci a mia,
a'dda banna 'ru bancuni,
all'improvvisu vitti,
com'una visione,
un raggiu ri luci,
'na faccia ri picciotta bedda,
accussì bedda,
c'appi a diciri
“unn'haiu vistu mai 'na faccia
accussi!”
Ci piensu ancora
... e 'mi sientu trimari 'u cuori.
'A so taliata parrava
e mi ricia cosi c'un'avia sintuto mai
cuminciammu a viririnni
e i so' pensieri
mi piacianu;
ci attruvava chiddu chi siempri
ni me' prieri
avia addumannatu o' Signuri
“bedda o semplici che sia
fatimi attruvari,Patri,'na cumpagna
pi' caminari versu ri tia”
mi sentu trimari ancora u' cuori
quannu piensu
e' nostri nisciuti:
faciamu 'na passiata
e i pieri parianu ballari suli suli;
i nostri riscursi
'un finianu mai:
si facia scuru e
nn'a so timidezza e 'nna so' firmizza
scupria 'u so munnu
liggia i so' pinsieri
truvava i so' difficultà
ch'addiventaru me' difficultà.
Quannu ammùccia sotto u tappito
i so' delusioni,
n'attruova paruoli
pi' diciri i so' ideali,
- chiddu chi viri giustu o sbagliatu
pi' mia, pi' nuatri, p'a nostra vita -,
'a 'ncocciu ca' mia tinirizza;
cu l'amuri la taliu così com'è
e ringraziu u Signuri
r'avillima fatta canusciri.
Ch'u s'aspettava
chi m'avia 'nnamurari r'una fimmina
accusì diviersa ri mia!?
Eppuri 'sta so diversità mi piaci
mi fa sientiri sicuro di mia
e r'i me' cirtizzi
in mia attruovu 'a me' stidda
'i me' sapiri
'a mia volontà

(4/settembre/1973-2012)

martedì 16 ottobre 2012

Lammicu



di Enzo Barone


Mi chiamo Giovanni Prestifilippo, ma chiamatemi Gianni, Gianni terrun.
Manco avia arrivatu ccassupra ca Berto, il fattore, dopo tre ggiorni fa: guarda, bocia, siccome che il cognome l’è massa strambo, te ciamarò solo Gianni, Gianni terun.
Minchiuni Giovà, ti facisti inpiccicaru ‘sta ‘nciuria senza mancu bongiorno e buonasira! A ‘mpiccicariti sta ‘nciuria nun ci misiru nenti, cumpà. A vai, và, che a mia non mi dettero manco il tempo di pensarci a chi voleva addire stu terun o se era bene o male.

domenica 14 ottobre 2012

Un lettore de "La Repubblica" risponde a Merlo




Pubblichiamo a seguire una "lettera al direttore" (de "La Repubblica") che, crediamo, non abbia ancora trovato spazio sul quotidiano forse per questioni di lunghezza. Si tratta di una lettera scritta da un lettore in seguito alla pubblicazione, avvenuta il 6 ottobre, di
un articolo di Francesco Merlo in cui, accanto a una descrizione - seppur a volte caricaturale - della politica siciliana non molto lontana dalla realtà, si prospettano delle soluzioni che a molti son sembrate prive di ogni logicità.

Gentilissimo Direttore,
                             sono davvero sbalordito e disturbato per la pubblicazione su Repubblica dell’articolo di Merlo in cui si chiede l’abolizione dell’Autonomia regionale siciliana. Non mi sarei mai aspettato su un quotidiano rigoroso come il vostro questo cedimento a un modo di affrontare le cose molto superficiale, demagogico e paradossale.

sabato 13 ottobre 2012

vicinanze

by Silvia Dello Russo

le prime parole di fronte a me
le vedo ancora
rotonde e armoniose
loro ed io
le une di fronte all'altra

una discrepanza tra me e loro
sempre vicine
sempre di fronte
inafferrabili

un albergo tra me e loro
una casa
dove poter aprire porte
o a volte chiuderle
affacciate verso me
o affacciate verso loro

a quel davanzale
le ho guardate tanto
fino ad amarle
e fu così che decisi
di farmene interprete

affinchè questa vicinanza
diventasse un'unione
e la mia essenza
e quella di tutti gli uomini
diventasse anche la loro
e viceversa.

ora le guardo ancora
forse meglio
tra gli interstizi e le fessure
io
maniscalco di parole
fabbro linguistico

e le contemplo ogni giorno
le mie amate parole
nella sacra stanza
di quest'infinita vicinanza.

Senza le parole

di Daniela Palumbo

Giochiamo al silenzio?
Giochiamo a fermare il tempo?
A indovinarci, senza le parole.

Oppure a rincorrerci, una mano sugli occhi.
E a riconoscerci dal tatto e dall’odore.

E vuoi provare con me, a tornare bambino?
A contare fino a dieci o fino a cento e poi
cercare un nascondiglio sicuro.

Certo sono io, io soltanto,
a volerlo di nuovo.
Però guardati ora: sei più bravo tu.
E io non ti trovo.

sabato 6 ottobre 2012

una donna senza età a savona

di guido monte

(una storia qualsiasi di una anziana sfrattata, ornella,  
che dorme per strada con il suo cagnolino, tato)

ornella non ha età
 su una panchina
di una piazza qualunque di savona,
quando guarda gli occhi
di tato,
il suo piccolo cane randagio.
prima stavano  in via montenotte,
poi in via servettaz
ora, dopo l'ultimo sfratto,
 per strada.

un giardino, davanti
al  grande parcheggio a pagamento,
su una panchina, poi di notte sotto i portici
per non sentir troppo freddo.  

e nel sonno lei sogna
il suo antico rifugio per randagi,
per salvare animali,
poi chiuso per tanti motivi.
e accanto dorme e sogna anche tato…
“ma da lui non mi separo”
pensa ornella,
“piuttosto resto per strada
ma lui non lo lascio”

e tutta savona è immersa nel sonno,
ma una cosa è certa:
ornella il suo tato
non lo lascerà.

lunedì 1 ottobre 2012

Carlo Maria Martini, grandezza morale e audacia di Spirito


di  Rosario Ales

Ricordare il Cardinale Martini è un atto di riconoscenza, di gratitudine e di affetto per quanto questo amico di Gesù ha testimoniato con la sua vita, non soltanto nell’ attività pastorale, ma a tutta l’umanità, credenti e non-credenti.
Agli storici spetterà comprendere le dinamiche che il Cardinale ha saputo attivare:  l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, il dialogo con il mondo contemporaneo, declinato nella pluralità delle sue manifestazioni: politica, etica, culture e linguaggi.
Il credente nutre la certezza che i semi gettati nel percorso della storia dal Cardinale Martini produrranno nel tempo molti frutti.