domenica 30 settembre 2012

Dormiveglia

di Salvo Balsano

Cieco, contemplo il deserto cimitero delle ombre. Vuoto, anelo i tenui sospiri dell'angoscia. Morto, recido la memoria della speranza: il lieve passo accompagna la marcia funebre del mio feretro. 
Oscuratevi occhi della coscienza: il buio delle lacrime avvolga la vostra orrida luce. Taci cuore di salvezza: eterno silenzio risuoni fra i gorghi dello spirito. Vaga tiranno della psiche nell'inferno della morte: vane riposino le marionette delle tue fragili trame. 
Rimiro, colpevole, il remoto piacere del dolore: "Piacere di apparire pupo e puparo insieme in una delle tante Opere dei Pupi dell'odiosamabile vita" (Gesualdo Bufalino, Argo il cieco). 
Risplendi tuttavia, mia primavera, dei tuoi eterei risvegli. Quale esile tepore carezza il dormiveglia della mia anima! Illumina, placida luna, la nera notte con il tuo pallido volto. Quale lieta tempesta di lacrime affanna l'inerte respiro del mio spirito! Abbraccia, tenera eco di silenzio, i solenni deliri della follia con la tua calma pace. Quale armonioso canto cura le piaghe del mio flagellante dolore!
Così, io, infelice uomo, combatto nel teatro dei sogni i misteri della mia fugace identità, pregando, seppur morto, l'adorata, sublime vita: "Gocciola di miele, non cadere. Minuto d'oro, non te ne andare" (Gesualdo Bufalino, Argo il cieco).

sabato 29 settembre 2012

Il disegnatore


di Francesco Scrima

   Io disegno i sentimenti della gente.
   Io disegno le emozioni.
   No, non mi ritengo un artista: né pittore né fumettista. Solo una mano che dà forma, su di un foglio bianco, alle tracce che ci portiamo dentro, al mondo invisibile dell’anima, alle ombre che chiedono luce.

martedì 18 settembre 2012

silent song

by Silvia Dello Russo

cerco di fare spazio
tra gli scaffali polverosi
della mia memoria
tra l'intasamento del quotidiano

così
tolgo la polvere
ritrovo cose vecchie
trovo cose antiche ma nuove
cerco di dare aria
a libri quasi incollati
sbiaditi stropicciati
provo a dare vento
e a riprender il volo
con le mie pagine tele

così
riguardo tra i ricordi
quelli delle mie emozioni
quelli della mia mente
della mia anima
ed i più potenti
quelli dei sogni

provo a fare spazio
a quella finestra
che più non si apriva
ed entra morbida la luce
che mi accarezza
mentre faccio spazio
nell'anima e nel cuore

ed un sacrale silenzio
quello di un prezioso risveglio
accompagna i miei lenti gesti
mentre faccio spazio
accordando le corde
di me

sabato 15 settembre 2012

Filastrocca della sera

di Daniela Palumbo

Se stasera mie bambine
Ancora non avete sonno.
Scendiamo insieme giù in cantina
Scegliamo un sacco grande grande.

E ci mettiamo dentro
Castelli di sabbia caduti in rovine
Pietruzze lievi e levigate,
conchiglie dalle forme strane
Gocce di acqua di mare, da rotolare come biglie
Bracciali di alghe vellutate, collane lunghe alle caviglie
Un nido di aquilotti che hanno provato già a volare
E gli aghi di quel vecchio pino dimenticato dal Natale
Le zucche sorridenti
Del giorno d’ognissanti
Un pupo mascherato
Di zucchero… filato
E frutti ancora acerbi, su di un rametto striminzito
E poi tutte le caramelle offerte da uno sconosciuto
I panni stesi al sole, o a un suono di campana
E il mantellino in finta pelle del buon Samaritano
Le scarpe di ogni strega sopravvissuta al rogo
E l’abito dell’Uomo Nero, rimodellato a nuovo
E mentre l’orologio rintocca l’ora lento e stanco
Per ultimo lì dentro al sacco mettiamo pure l’Uomo Bianco
Bianco come le pagine vuote, come le gomme per cancellare
Bianco come le sagome tutte da colorare.
E poi leghiamo tutto a un filo, e lo guardiamo già volare.

venerdì 14 settembre 2012

POESIA (QUASI) D'AMORE

 di Francesco Scrima
 
…raggiungo il tuo sguardo sulla soglia
di questo nostro tempo che s’infiamma
di noia noia e inutili passioni –
ed è sereno il desiderio di guardarti
così come sei quasi mettendo via
il tormento di esistere ora e qui –
è che c’inganna la forza ritrovata
lo scambio di parole mascherate
questo tutto che è niente…
ma il respiro del sangue resta inerte
giusto il nulla dello spazio
che occupa
di un tuo pensiero…


domenica 9 settembre 2012

Frammenti n.6

di Francesca Saieva


Seindes und Sein (Heidegger). Tra nubi argentate l'incoerenza di ogni tuo gesto, intima musica di tutte le cose (Schuré). Nessun replicante nel gioco delle parti, un soldato privo di scudo alla resa. Les déserts tartares (Rimbaud) sono adesso luce per i ricordi; mentre assapori fragranze… une fête amoureuse (Rimbaud), il non senso di un'ebbra partecipazione dell'uno all'altro (Heidegger).
.
Si spazzano i cocci del cuore (Dickinson) mentre ti specchi. Mani, piedi sovrapposti alla tua ombra. E Spazio era dove era prima Presenza (Dickinson). Resisti a quei giorni, ma adesso nella mano tre monete d’oro finto (Vecchioni): è il Passato. Nell’abbandono dimmi: sei tu capace del tuo bene e del tuo male? (Nietzsche). Poco importa tra onde e dura-zolla, tra foglie di nebbia all’alba (Monte).

giovedì 6 settembre 2012

ANGELO DEL MARE

di Francesco Scrima

 

“Per tutti la morte ha uno sguardo
(C.Pavese – Verrà la morte e avrà i tuoi occhi)
 
   A Marica piaceva uccidere gli uomini con lo sguardo.
La sua era una vera passione, ma naturale, necessaria, semplice come decidere se camminare o rimanere fermi.
   A Marica la natura – o il Caso, il Destino -  aveva dato molti doni; chi l’avesse conosciuta bambina, avrebbe subito detto ch’ era bella, era aggraziata, era  furba e sveglia.
   Ma nessuno avrebbe potuto scoprire che il suo dono più grande e crudele era nascosto in quello sguardo, misterioso, pungente - una freccia dalla punta avvelenata.
   La bambina seppe molto presto di possedere quest’arma, ed altrettanto presto imparò ad usarla.
   Marica crebbe rapidamente – o fu quello sguardo a strapparla via dal corpo di una bambina che non era mai stata veramente bambina – , e ancora di lei si continuò a dire ch’ era bella, era aggraziata, era davvero una donna fatta.

mercoledì 5 settembre 2012

A Rosalba

di Vito Fiorentino
.
Sienti chiddu ca ti staiu riciennu:
Mi fai a vucca duci
quannu ti chiamu
mi fai a vucca duci
quannu ti sientu
E quannu unn'hai pacienzia
ri sientiri chiddu chi dicu
o quannu ti fazzu diciri
i cosi ru' vuoti;
t'arrabbii e iu, anzi,
quasi quasi 'u fazzu appuosta
ri faritilli ripietiri...
... e mi fai addiviertiri assai.
Quannu parramu
mi sentu pigghiatu
ri to' paroli.
Quannu parri e parri
e dici cuosi 'ca iu piensu
'n'atra maniera rispunnu:
"un ti sintivu"
Allura a vucca è tantu ruci
ca 'ncuminciu a capiri
'a furtizza ri me' sentimenti,
ri me' sensazioni
ri me' attenzioni
ra mia attrazione pi tia
E allura, dicia...
cu' sta vucca ruci ruci
mi sentu ri trasiri
no’ to' munnu,
In punta di peri
senza farim'abbiriri,
ammucciannumi
ri 'cca e ri 'dda
a cuntimplari stu munnu
fantasticu
chi sempre diversu m'appari
facennumi accanusciri
sempre a mia

martedì 4 settembre 2012

La recita

 
 di Enzo Barone
 

La recita e l’indifferenza,

il giudizio e la condanna,

il pensiero e la coscienza.

 
La nascita e l’inganno,

l’ombra e il pergolato,

la corda tesa e l’impiccato:

figure sospese del poeta laureato

 
Compongono da secoli

metafore a giro stretto

per continuare ad ingannarci

coniugando causa ed effetto

lunedì 3 settembre 2012

Anche solo un pezzo di quello che sei



di Tiziana Leonardi

“ Storia diversa per gente normale,
storia comune per gente speciale.
Cos'altro vi serve da queste vite,
ora che il cielo al centro le ha colpite;
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.”
( F. De Andrè – Una storia sbagliata )

Mi svegliai col profumo di cornetti caldi,quella mattina.
Di quei risvegli tanto dolci che capisci al volo che quella sarà una giornata magnifica e che niente e nessuno potrebbe mandartela all'aria.
Mentre ero ancora in dormiveglia, avevo sentito chiudere la porta d'ingresso; sentii anche il ticchettio che fanno le chiavi di ferro quando vengono poggiate nel mio “porta chiavi personale”, un normalissimo posacenere in vetro, souvenir di Roma portatomi da Marco, il mio migliore amico. Che poi chissà come s'era convinto a comprarmelo, lo sa bene che io non fumo.