martedì 10 luglio 2012

L'età dell'innocenza


 di Raimondo Augello  Qualche tempo addietro, in occasione di un incontro con Edoardo Bennato avvenuto alla Feltrinelli di Palermo  abbiamo pubblicato su questo blog i video di un paio di canzoni presentate in quella circostanza dal cantautore napoletano, corredate da alcune riflessioni. Le due canzoni (Ninco Nanco e Il sorriso di Michela) rievocavano le figure di Giuseppe Nicola Summa, detto appunto Ninco Nanco, e di Michelina De Cesare, due protagonisti degli anni della cosiddetta "guerra al brigantaggio", sulle cui vicende, con sempre maggiore convinzione scrittori, musicisti, registi teatrali e cinematografici, attori, cercano di fare luce ciascuno adoperando il proprio linguaggio, allo scopo di trovare l'origine delle vere ragioni dei mali che oggi affliggono il nostro Meridione, dissipando il velo di retorica unitaria che nel corso di 150 anni ha portato la storiografia ufficiale a coprire molte verità e a trasmetterci una versione edulcorata dei fatti drammatici che segnarono quel periodo. Tra questi artisti va annoverato Valerio Minicillo, cantautore della scuola di De Andrè, impegnato nella direzione che abbiamo indicato, autore di testi considerati in assoluto dalla critica di pregevole fattura, del quale presentiamo oggi la canzone dedicata ad Angelina Romano, una bimba di Castellamare del Golfo fucilata il 3 gennaio del 1862 dall'esercito piemontese  con l'accusa di brigantaggio, quando aveva l'età di appena nove anni e due mesi. La dedica da parte di Minicillo di questa canzone alla sfortunata bambina non è casuale e cade in un momento di grande attenzione dell'opinione pubblica nei confronti di questa vicenda colpevolmente e paradigmaticamente dimenticata dai maestri della nostra storia patria.Pochi mesi addietro il maestro palermitano Lino Piscopo, nella sua "Rapsodia siciliana" ha portato in scena una rievocazione dei fatti di Castellammare e della triste vicenda di Angelina. Il 6 luglio del 2010 la commissione toponomastica del comune di Gaeta, città martire delle bombe piemontesi, protagonista di un assedio di violenza senza precedenti nella sua pur millenaria storia, durato esattamente 102 giorni, dal novembre del 1860 al febbraio del '61, decide di intitolare una via ad Angelina Romano e sull'esempio dato da Gaeta un folto gruppo   nato su Facebook, che si è voluto dare un nome programmatico Una strada dedicata ad Angelina Romano“, fondato da Antonio Fricano Mimmo Dagna chiede che “a Castellammare del Golfo le sia dedicata una strada o una scuola e con lei a tutte le vittime innocenti di questa famosa Unità" aggiungendo che  "se ogni comune Siciliano facesse lo stesso forse cominceremmo a ragionare con più obiettività su questa pagina di storia della Sicilia…. Una Via Angelina Romano in più in ogni comune Siciliano seppur vicino alle tante, troppe via Garibaldi o Via Vittorio Emanuele sarebbe un modo per iniziare un vero percorso critico di questa pagina di storia della Sicilia“.  Un auspicio che non può non essere condiviso, poiché è soltanto attraverso il riconoscimento degli errori compiuti che una comunità può ritrovare le ragioni dello stare assieme, a meno che tale stare assieme non voglia configurarsi come uno sfruttamento di matrice coloniale unidirezionale, che passi attraverso la privazione di tutte le risorse, a partire dalla  memoria e dal conseguente tributo di onore e dignità cui tutte le vittime, soprattutto quelle innocenti, hanno diritto. 

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