mercoledì 23 novembre 2011

Poteri Forti e Poteri Deboli

di Enzo Barone
L’avvento “salvifico” e provvidenziale del professor Monti nella catastrofica situazione economica italiana ha, ancor prima della approvazione parlamentare del suo governo, scatenato le congetture, le riflessioni e le illazioni più svariate sulla sua persona.
Per una certa corrente di pensiero, quella clandestina dei blog e di alcuni siti internet, Monti e la sua cricca altro non sarebbero che la più completa e realizzata espressione dei Poteri Forti: anzi neanche una “espressione”, ma la loro presenza concreta e reale, in anima e corpo.
Da subito si è detto da più parti – e le parti erano molte volte degne di rispetto,  i ragionamenti non facevano una piega -  che il nuovo Presidente del Consiglio e molti suoi ministri appartengono al mondo della grande finanza, a quello delle grandi lobby planetarie, alle grandi banche e in fine a quello più tenebroso della massoneria. Monti particolarmente oltre che gran massone, sarebbe membro della Goldmann e Sachs la più importante lobby finanziaria del mondo, del gruppo Bilderberg (altra potentissima lobby dell’economia e della politica), gran consigliori di altre torbide organizzazioni occulte. La logica conclusione di queste illazioni maliziose è che il professore naturalmente sarebbe maggiormente vocato a tutelare gli interessi dei suoi amici lobbisti che quelli del suo paese.
Probabilmente, vista l’autorevolezza delle fonti e il loro numero, molte di queste cose (non tutte certo) sono vere. E certamente l’idillio, la luna di miele di questi giorni col paese è più frutto del sollievo generale per la caduta di Berlusconi che il risultato di valutazioni ponderate e razionali.
E comunque, nonostante tutto ciò, verrebbe realisticamente da aggiungere che peggio del duo Berlusconi-Tremonti, è difficile che si vada, peggio è difficile che Monti riesca a fare.
Ma cerchiamo di capire un po’ meglio chi sono invece quelli che con un certo alone di misterioso timore chiamiamo Poteri Forti, cosa si intenda con questa definizione un po’ vaga e fosca.
Certamente si tratta di Bilderberg, di Goldman e Sachs, come si diceva, dei grandi investitori della finanza mondiale, delle grandi famiglie capitalistiche, delle grandi banche internazionali, di alcuni oligarchi di paesi più o meno dittatoriali provvisti di  ingenti capitali, della massoneria certo, di alcuni finanzieri e investitori occulti alla massa infine, che giocano col denaro e con le vite di moltitudini di uomini con la leggerezza dei ragazzini al monopoli. E certamente a questi gruppi di potere appartengono certi politici di grandi nazioni, che occupino o meno posizioni di primo piano.
D’altronde, volendo guardare alle cose del mondo con maturo disincanto, in tutti i grandi paesi capitalisti a qualche forte potere certamente rispondono molti degli statisti e dirigenti di partiti. E sennò da chi sarebbero stati messi lì, unicamente dal volere della rappresentanza popolare? Nessuno è così ingenuo.
La direzione politica degli Stati Uniti d‘America, considerato dai liberisti di tutto il mondo il paese più democratico del mondo, subisce certamente in primis la potente influenza, per non dire il controllo di forze lobbistiche e finanziarie poderose, di organismi economici, di gruppi di potere, di opinion leader più grandi e capaci forse dello stesso Stato americano. E tutto questo pur tuttavia non ha impedito ad alcune amministrazioni americane di abolire la segregazione razziale, di chiudere, anche in passivo, il capitolo Vietnam, di partecipare a due guerre mondiali per difendere l’Europa libera, di eleggere un presidente nero.
Ora non siamo obiettivamente in grado di dire con cognizione di causa se siano davvero quelli prima elencati i Veri Poteri Forti né fino a che punto arrivi la loro longa manus o quanto sia estesa e pervasiva la loro opera nella esistenza di tutti noi piccoli uomini che sbarcano a fatica il lunario: sono cose forse al di là di ogni possibile comprensione da parte dell’uomo comune.
Una cosa però appare chiara. Perché anche nelle vicende storiche e politiche vige inevitabilmente una delle leggi caposaldo della fisica:? E cioè siccome lo stato di equilibrio è sempre il risultato del reciproco annullarsi di due forze contrastanti ugualmente potenti e quindi è evidente che tale equilibrio viene meno solo se una delle due forze è manifestamente più labile dell’altra.
E cioè mutatis mutandis l’opera di cospirazione diabolica messa in atto da alcuni dei Poteri Forti per perseguire i propri scopi – che contemplino o meno la rovina della Grecia piuttosto che dell’Italia o della Francia – è resa possibile dalla contemporanea altrettanto immanente presenza dei poteri deboli. In altri termini non sappiamo chi siano bene i Poteri Forti e quanta sia veramente la loro forza, ma sappiamo certamente che la loro esistenza e la loro virulenza è direttamente proporzionale alla debolezza di chi dovrebbe contrastarli, cioè dei poteri deboli.
Su quali siano i poteri deboli ci sentiamo invece di dire con una certa cognizione di causa.
Essi prendono forma nei governi di scarsa valenza, ondivaghi per il prevalere della logica del compromesso; nelle maggioranze instabili e pavide; negli Stati miopi e corrotti o molto più semplicemente, e soprattutto, nella incapacità endemica di molte democrazie rappresentative di fare in primo luogo l’interesse della grande massa dei rappresentati, chiunque essi siano.
In conclusione finché le grandi democrazie del mondo occidentale non riusciranno rafforzare sul serio i loro organi legislativi, a rendere effettiva la sovranità assoluta dei parlamenti e degli Stati e concreta l’azione "democratica" dei governi, dovremo sempre rassegnarci a sentire qualcuno che, a buon diritto, dica anche del migliore dei governanti possibili:” Però è un servo dei Poteri Forti”




1 commento:

  1. Molto interssante e condivisibile nelle conclusioni. Verrebbe da commentare "Spes contra spem". Complimenti. Salvo

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