domenica 23 ottobre 2011

ricordando una poetessa "diversa"




di guido monte

in un tempo lontano ti hanno abbandonata in un manicomio, in un labirinto sagrado saturo d'odore di feci e urina sparse per terra. poi, dopo qualche elettroshock, neanche tu sapevi più capire se eri matta o no; e dopo un mese, nella cella imbottita della neurodeliri, in attesa di partorire, hai capito che il manicomio poteva essere il luogo dove potevi morire, sola, senza una mano amica, in stato confusionale.

seduta con le altre su una panca, zitta, aspettando la morte, non sai più se sei una donna, e los angeles que bajan del cristal de la ventana.
cara alda, ormai vedi morire le altre, e baci le loro labbra, ma a questo punto non riescono più a parlarti, e ti danno pentothal per svelarti un segreto, e il mondo girava velocissimo sulla tua testa mentre ti legavano mani e piedi al letto; piangi guardando le sbarre della finestra, pensando di esser tornata ad essere un antico rettile preistorico che sogna di baciare l’erba.

una vecchia degente ti guardò e ti schiaffeggiò, ma tu baciasti la sua mano perchè poteva esser quella di tua madre, e lei infatti pensò che tu fossi sua figlia.
anche se mancavi d'amore ed eri completamente imbottita di farmaci, sei rimasta te stessa a contemplare le figurine ritagliate e incollate sui vetri di una sala, ma nessuno poteva più riconoscerti, eri quella chitarra rotta apposta da un'infermiera di ghiaccio, sei diventata viuda de ti misma.
ti restò il silenzio della scrittura, dalle grate di fuoco dello stanzone, per raccontare la solitudine dei dimenticati, i legacci grigi del tuo letto di contenzione.

ora che non ci sei più quizas miras todo esto desde muy lejano, da un fondo invisibile d'infinito come al solito fumi la tua sigaretta, ancora sola, e mi sussurri all'orecchio qualcosa, di antiguos amores para pazientes poetas, ricordi ancora l'assenza di chi perdeva il contatto con la realtà ed esisteva senza vivere, l'inferno del manicomio dentro e del manicomio fuori...
ma nel nostro aldiqua, lo sai, della criminale follia ufficiale dei potenti del mondo, delle guerre, delle pratiche burocratiche per gli omicidi legalizzati, ancora non se ne può parlare, è vietato.
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l'autore ringrazia olga milazzo

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