domenica 30 ottobre 2011

"Stupor Mundi" - Edizione di venerdì 28 ottobre




Cominciamo da oggi la pubblicazione su Palingenesi del settimanale in lingua siciliana "Stupor Mundi" che esce ogni venerdì e riassume le notizie più importanti della settimana. Stupor Mundi nasce con la finalità di diffondere l'uso della lingua siciliana, secondo le direttive del Trattato Europeo "European Charter for Regional or Minority Languages", firmato anche dall'Italia ma mai da essa ratificato.
La lingua usata è la lingua letteraria e i termini sono rigorosamente trascritti secondo l'ortografia usata dai dizionari del Mortillaro e del Pasqualino.
Ogni edizione viene corredata dalla relativa nota linguistica.

Edizione n°11, chiusa alle ore 12:00 del 27/10/2011.

sabato 29 ottobre 2011

Verso quale Europa

di Enzo Barone 

Osservando con occhio anche superficiale gli eventi in ambito europeo di queste ultime settimane, uno dei dati di maggiore evidenza risulta questo: le decisioni fondamentali, di vitale importanza per l’esistenza stessa dell’unione europea, soprattutto quelle di natura economica, vengano sostanzialmente prese unicamente da due cancellerie: quella tedesca e quella francese, dalla Merkel e da Sarkozy, punto e basta.
E’ una riflessione solo apparentemente oziosa, se non ingenua, se si considera che si tratta dei rappresentanti dei due paesi più solidi sia economicamente che politicamente.
Si dirà: visto che i debiti dei paesi in crisi, destinati a ricapitalizzare le banche europee o ad acquistare i BOT o BTP degli stati in crisi, li pagano in maggior misura quei due paesi, è normale che questi poi facciano la voce grossa, pretendano di avere l’ultima parola nelle questioni di natura economica, rimbrottando, rimproverando, indicando la retta via a chi, l’Italia in testa, per varie ragioni si trova adesso in condizione di maggiore fragilità.

domenica 23 ottobre 2011

ricordando una poetessa "diversa"




di guido monte

in un tempo lontano ti hanno abbandonata in un manicomio, in un labirinto sagrado saturo d'odore di feci e urina sparse per terra. poi, dopo qualche elettroshock, neanche tu sapevi più capire se eri matta o no; e dopo un mese, nella cella imbottita della neurodeliri, in attesa di partorire, hai capito che il manicomio poteva essere il luogo dove potevi morire, sola, senza una mano amica, in stato confusionale.

seduta con le altre su una panca, zitta, aspettando la morte, non sai più se sei una donna, e los angeles que bajan del cristal de la ventana.
cara alda, ormai vedi morire le altre, e baci le loro labbra, ma a questo punto non riescono più a parlarti, e ti danno pentothal per svelarti un segreto, e il mondo girava velocissimo sulla tua testa mentre ti legavano mani e piedi al letto; piangi guardando le sbarre della finestra, pensando di esser tornata ad essere un antico rettile preistorico che sogna di baciare l’erba.

una vecchia degente ti guardò e ti schiaffeggiò, ma tu baciasti la sua mano perchè poteva esser quella di tua madre, e lei infatti pensò che tu fossi sua figlia.
anche se mancavi d'amore ed eri completamente imbottita di farmaci, sei rimasta te stessa a contemplare le figurine ritagliate e incollate sui vetri di una sala, ma nessuno poteva più riconoscerti, eri quella chitarra rotta apposta da un'infermiera di ghiaccio, sei diventata viuda de ti misma.
ti restò il silenzio della scrittura, dalle grate di fuoco dello stanzone, per raccontare la solitudine dei dimenticati, i legacci grigi del tuo letto di contenzione.

ora che non ci sei più quizas miras todo esto desde muy lejano, da un fondo invisibile d'infinito come al solito fumi la tua sigaretta, ancora sola, e mi sussurri all'orecchio qualcosa, di antiguos amores para pazientes poetas, ricordi ancora l'assenza di chi perdeva il contatto con la realtà ed esisteva senza vivere, l'inferno del manicomio dentro e del manicomio fuori...
ma nel nostro aldiqua, lo sai, della criminale follia ufficiale dei potenti del mondo, delle guerre, delle pratiche burocratiche per gli omicidi legalizzati, ancora non se ne può parlare, è vietato.
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l'autore ringrazia olga milazzo

giovedì 20 ottobre 2011

A sovranità limitata

di Enzo Barone

Un tempo, alle scuole medie mi pare, studiavo dei paesi ex coloniali e tra questi di alcuni rimasti ancora, qualche anno dopo la loro decolonizzazione, in amministrazione fiduciaria, cioè a sovranità limitata.
Bene oggi senza ombra di dubbio l’Italia può essere considerata nel novero di questi, se è vero, come è vero, che proprio stamattina si apprende che anche in una questione che dovrebbe essere assolutamente interna, anzi direi intima per gli interessi italiani, come la nomina del nuovo governatore della Banca d’Italia, qualcuno all’estero, il presidente Sarkosy nello specifico, gradirebbe o meglio premerebbe per la nomina di un candidato piuttosto che di un altro.
Ma gli episodi sono tanti, le coincidenze troppe ultimamente.
Qualche esempio tra i più eclatanti, di quelli grossi come una montagna.

domenica 16 ottobre 2011

Riflessioni sulla crisi economica: ci conviene rimanere nell'Euro?




di Massimo Costa*
*(docente di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università degli Studi di Palermo)

L'inflazione e la svalutazione non sono la panacea di tutti i mali, come qualcuno oggi, giustamente esasperato dall'euro, sta iniziando a dire.
Diciamo più sotto tono che sono "strumenti" di politica monetaria che, sapientemente usati, possono servire, male usati, possono essere devastanti. Anche se, devastanti per devastanti, meglio che li usi un governo che non una banca che, con un click, crea inflazione e, così facendo, sposta ricchezze reali dalle nostre alle loro tasche.
Ma questi strumenti - ripeto da non idealizzare - non sono più nelle nostre mani, in ogni caso.

sabato 15 ottobre 2011

Forte Santa Caterina (Favignana)

di Sandra Collura

Salii fino al castello del vento
Nel sole, gradini di pietra
specchi di luce
Nel volto punture di capelli
sconvolti
mentre ali di gabbiano
battono l’aria fischiante

Nel segreto dell’erba primaverile
si aprono fiori di malva, euforbie
gocciolanti bianco lattice,
aromatici finocchi piumati.
Rossi papaveri dal cuore nero
appaiono ad ogni curva
Ruta e timo profumato,
selvatico origano verde amaro:
ridenti segni del caos.

Nel cielo solo l’azzurro del mare
Immenso

All’improvviso, il corpo di pietra
appare dal basso
Creste di rampe ondulate
lo sorreggono
ciechi occhi dalle ciglia arrugginite
s’aprono
gradini, scale, spalancate aperture
in stanze dagli alti soffitti anneriti
Nessun riparo

Nel crollo, il vento
Signore del vuoto
Furibondo erra.
Nulla di integro
Solo la dura vasca concava,
alla finestra
dove l’alito di favonio scivola
per partire di nuovo,
ancora all’impazzata, sonnambulo.

L’involucro delle mura
signoreggia sul monte
dal dorso arcuato
Sentinella nel vento
custodisce la speranza delle ritmate cialome
e il disperarsi della grigia coda del tonno
sul legno della barca nera

giovedì 13 ottobre 2011

Allo Zio Pino


di Sandra Collura

Mute le litanie sacerdotali,
il silenzio sale dal pavimento
e s’instaura tra i banchi.

Nel tempio dio banchetta da solo
mentre la lunga fila
s’approssima all’altare
mascherando la propria avidità.

Il vento
che s’infila per l’alta finestra
di vetri colorati
mi porta il tuo respiro.

Siedi
sulla sedia di formica rossa
attorno al tavolo apribile
nell’afosa cucina blu,
mansueto
aspetti il pasto
una sera d’estate,
padre e madre con te
in cucina
tra i sapori del cuore:
una trinità di tepore cullante.
I tuoi occhi, miopi,
nell’attesa dell’offerta
dalle nodose mani paterne
non scrutano alcun orizzonte.

Lassù, in alto, i fiori
pochi, secchi
nel vaso di latta asciutto,
irraggiungibili.

Qui, in basso sei vicino
al cuore del tempio
nella calma sera d’agosto,
seduto tra i tuoi.
Calda, la cucina
dalle mattonelle a fiori blu.

lunedì 10 ottobre 2011

"lontano da dove?" (omaggio a c.magris)


di guido monte

sono passati secoli e millenni
dal beginning dell'umana follia,
e siamo ancora per la selva
nel mezzo del cammino,
ma nessun virgilio,
nessuna stella cometa

navigo come tutti
"alla cieca" verso casa,
ma ignoro dove giace
la mia terra
che è poi ogni terra,
perchè, sussurra claudio,
"ogni terra è il centro del mondo,
parola di alce nero..."
parola di foglie e conchiglie
abbandonate su una spiaggia

mercoledì 5 ottobre 2011

Indignati a New York


di Enzo Barone
E’ arrivato alla terza settimana il plateale sit in di protesta, contro gli effetti della crisi economica internazionale e soprattutto contro le cause che l’hanno generata, che alcuni indignatos statunitensi montano a New York, culminato con l’occupazione di Wall Street di qualche giorno fa.
Prima di entrare nel merito della questione sono di non trascurabile rilievo due elementi.
E’ la prima volta che gli organi di informazione hanno definito i manifestanti, e per i metodi adottati e per i loro contenuti, proprio col termine con cui si sono autodefiniti i movimenti degli indignati d’oltre oceano, volendo così evidenziare come, diversamente dalle tradizionali forme di mobilitazione sociale americane, questa somiglia molto di più ad uno sciopero o ad una agitazione di tipo europeo, per la veemenza degli slogan, per la violenza verbale e non, per la intensità dell’impegno sociale, per la radicalità e forse anche per l’intransigenza nel sollevare le questioni.

martedì 4 ottobre 2011

gli altri


by guido monte

tutto respira in un solo modo
"similiter spirant omnia",
same breath for everyone
ya todo está in front of us

e todos têm o mesmo sopro de vida
o mesmo respiro
one only breath for all the beings
tutti una parte del diverso
all = part of the different
en todos hay el mismo soplo de vida
tra luci e archetipi, archetypal lights
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many thanks to Graciela Muller Pozzebon,
Josè María de Juana, Paula Iglesias Garcia.