sabato 30 aprile 2011

misteriosa sera



di Maddalena Scannaliato
(photo by Francesca Saieva)

Misteriosa sera
forza dietro un angolo,
polvere, luce fioca, vapori,
valzer immortale.
Essere fuggitivo,
nascondimento nell’aria,
libertà perenne e sapore di antico.
Anima, oblio e sordo richiamo,
stanza, ignorata realtà,
tacito accordo,
rivoluzione di strani silenzi.
Voce non proferita dalla terra.
Amore di sangue e armonia di colori.
Fascino ineffabile, desiderio ingordo,
inno alla natura, identità di muse,
invidioso sorriso dell’Io.
Sussurro occulto, mente suprema
e arbitrio assoluto.
Pensiero trasmodato.
Allegra tregenda, suono virtuale,
affresco di vene.
Amara trepidezza
di una lunga notte
che da lontano giunge.

giovedì 28 aprile 2011

Giappone: responsabilità e destino



di Francesca Saieva
(photo by Guido Monte)

A più di un mese dai fatti di Fukushima continua la ‘querelle’ sul nucleare. Il flash-mob pro-referendum, tenutosi il 26 aprile a piazza San Marco a Venezia, sembra confermarcelo, o quanto meno sensibilizzare alla questione: il nucleare è il futuro del mondo? Quanto può incidere sulle catastrofi ambientali? E quante di queste sono determinate dal caso o dall’impronta umana? Forse solo chi ha vissuto in prima persona la tragedia di Fukushima può dare una chiave di lettura più esaustiva al problema.

martedì 26 aprile 2011

Le Ore (il sogno di Kurt Godel)


di Marco Ferrante
(foto by Guido Monte)

Passo le ore a stare ferma
a guardare
un'eclissi
la luce si sposta tutta da un lato
e io non riesco a credere
di aver avuto ragione
la mia presenza in questo luogo
mi fa sentire totalmente
sbagliata
temo di essere fuggita due volte
questa sera
il mio uomo adesso ha un'amante
stamattina gli ho fatto trovare
dei regali che gli avevo fatto
con sopra un biglietto
che portava scritto il nome di lei
e lui ha sorriso
gentile, come sempre
e io mi sono sentita felice,
ad essere per una volta lei...
di me si è stancato
perchè non perdo tempo
a fare le cose inutili
del mondo che lui dice
concreto
ma se lui sapesse che stasera ho ragione
io potrei mostrargli l'infinita bellezza
della mia mente
o di questa eclissi.
aspetto che tutto finisca
lentamente
godo nel vedere la luce trascinata via
sotto i miei occhi
quasi mi ricorda
la mia vita
e mi strugge
sapere di aver avuto ragione.
ma in una cosa per fortuna
ho avuto torto
io gioco le sere
a contare le stelle
e sommo cifre infinite
e parlo della mia mente al mio uomo
pur sapendo che la mia intelligenza
non può essere utilizzata per dimostrare
la mia stessa fortuna.
io sono solo una piccola matematica
tradita
che se ne sta questa sera a guardare un'eclissi
sarei potuta andare a dormire
così facendo invece ho dato ragione
a lui che in questo momento
accarezza di certo lei
che lo guarda stupita
quando il mio uomo la ringrazia
per quel bel maglione giallo sole.

giovedì 21 aprile 2011

Forever Young





di Daniela Palumbo

Libera traduzione

dal testo di Bob Dylan










Che si avveri ogni tuo sogno o desiderio.
E che tutto sia, per te, benedizione.
E nel tendere le mani verso altri
da altre braccia possa tu prendere amore.

Costruendoti, gradino su gradino
una scala da agganciare forte al cielo
possa tu restare giovane nel tempo.
Giovane, in eterno.

E spero tu sia forte sempre.
Spero tu sia sempre vero.
Dritto sulle gambe, quando soffia il vento.
Circondato dalle stelle, quando è sera.

Le tue mani libere di fare
ciò che i passi tuoi ti spingono a cercare.
Con un cuore sempre nuovo
una canzone nella mente
sarai giovane per sempre.

Giovane, per sempre.

lunedì 18 aprile 2011

lo sguardo di argo (ma all’uomo costa solo una lacrima)


appunti e foto by guido monte

il cane argo aspetta, aspetta da secoli, millenni: vent’anni. ma in realtà ogni giorno è lo stesso, e pensa: lui tornerà, tornerà, tornerà, tornerà.
e poi è vecchio e malato, disteso nel letamaio ad aspettare ancora: no, lui tornerà.
alla fine lo vede, è un attimo, uno scambio d’occhi; l’attesa è finita, argo svanisce.

auto-commento: le antiche scritture millenarie indiane sulle avventure dei fratelli bharata, lì ho sentito per la prima volta di un paradiso (apparente) rifiutato da un eroe mitico, perché non accettavano di ospitarvi il suo cane.
nelle parole invece di yudishsthira ecco le vie dimenticate del miracolo degli uomini: continuiamo a vivere, anche di fronte alla morte, come se fossimo immortali

sabato 16 aprile 2011

Nessun colore

di Daniela Palumbo

Sul filo reciso

di sguardi impigliati

vedrai sventolare.

Il nero del pudore,

e il bianco della tua mancanza.

E poi nessun colore.

"restare umani"

di Francesca Saieva

È difficile restare umani quando il mondo sembra in preda alla follia e notizie raccapriccianti inondano le pagine dell’informazione. È difficile restare umani quando scende il silenzio e il buio sugli scempi del quotidiano; quando si è indifferenti al pianto e agli occhi sofferenti dello straniero in cerca della sua ‘patria’. E le città sotterranee imperversano (nei pressi di Mosca in un vecchio rifugio antiaereo, oggi area aziendale militare) e ‘ospitano’ immigrati clandestini, una nuova forza lavoro anch’essa sotterranea. È difficile restare umani quando leggiamo sui giornali di due adolescenti della Guinea (Yaguine Koïta e Fodé Tounkara, 15 e 14 anni, morti nel 1999 in viaggio verso Bruxelles, nascosti in un carrello di Airbus); a distanza di anni, dalla loro morte rimane soltanto questa lettera-testamento: “Abbiamo l’onorevole piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi del nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell’Africa - concludono poi - e non dimenticate che è con voi che noi dobbiamo lamentare la debolezza della nostra forza in Africa” (Il Manifesto, 15 aprile, 2011).

giovedì 14 aprile 2011

Due haiku sul Giappone

di Augusto Modolo

1.
Giappone bello,
dei tuoi ciliegi i fiori
ritornin puri!

2.
Al cuor bambino
dal ciliegio in giardino
nevican fiori.

I boati

di Enzo Barone
II parte
I soldati intanto, dopo una scrupolosa perlustrazione dell’area considerata, che non aveva sortito alcun risultato, erano ritornati nei pressi della foresta, consultandosi con i carabinieri sul da farsi e attendendo ordini per il giorno dopo. Al capitano in comando a un certo punto venne anche in mente che da quelle parti, a una manciata di chilometri a nordovest in linea d’aria, si trovava un poligono di tiro dell’artiglieria da montagna e che poteva essere quella la causa di tutto, anzi senz’altro sarà stata quella, ma, ahimè, come si sa, tra i vari corpi dell’esercito si è gelosi di tutto e non ci si dice mai nulla ed è quindi, possibile, anzi possibilissimo, che quei mona degli artiglieri avessero fatto la settimana scorsa un chiasso strabiliante, con qualche colpo a carica maggiorata, senza avvisare né rendere conto a nessuno giù a valle.

mercoledì 13 aprile 2011

L'introduzione della lingua siciliana nelle scuole



"Pir meu cori alligrari" nel manoscritto originale del Barbieri


di Fonso Genchi

Lo scorso 6 aprile 2011, all'unanimità, i deputati regionali componenti della V Commissione "Cultura, Formazione, Lavoro", cioè Salvatore Lentini (vicepresidente e relatore, UDC), Filippo Panarello (vicepresidente, PD), Antonino Dina (segretario, PID), Antonino Beninati (PDL), Giambattista Bufardeci (FDS), Alberto Campagna (PDL), Maria Anna Caronia (PID), Carmelo Currenti (FLI), Marco Lucio Forzese (UDC), Ignazio Marinese (PDL), Bruno Marziano (PD), Bernardo Mattarella (PD), Giuseppe Picciolo (PD) e Francesco Rinaldi (PD), hanno approvato un disegno di legge volto all'introduzione nelle scuole siciliane di ogni ordine e grado, dell'insegnamento della storia, della letteratura e della lingua siciliana. Il disegno di legge passerà adesso all'Assemblea Regionale Siciliana per la definitiva approvazione.

Questo il semplice e brevissimo testo del disegno di legge:

lunedì 11 aprile 2011

Voci da Misurata

Pubblichiamo, ringraziando sentitamente l'amico Daniele, la testimonianza di un ricercatore italiano, che a Misurata si è trovato, suo malgrado, a vedere coi propri occhi, anzi a vivere, l'esperienza della rivolta libica. E' documento di dolente memoria personale, ma anche racconto di cronaca lucido e di estremo interesse per chi voglia comprendere cosa sia accaduto in un paese a noi, per svariate ragioni, tanto vicino.

di Daniele Coffaro, dottore di ricerca in Italianistica presso l'Università di Palermo
Sono di ritorno da Misurata, Libia. Mi trovavo lì dopo aver risposto ad un
avviso della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. La mia esperienza è
quindi legata al mondo universitario innanzitutto, ma non solo. L'impegno che
ho profuso in Libia serviva ad avviare il Dipartimento di Lingua e Letteratura
Italiana. Dopo avrei incominciato anche i corsi di insegnamento per i tanti
studenti universitari desiderosi di conoscere l'italiano. Molti, infatti, sono
attratti dall'italiano e prima ancora dall'Italia, che negli ultimi anni in
particolare viene sentita come un paese amico e vicino. Questa certezza è
venuta meno con lo scoppio della guerra civile.

la barca

di Maddalena Scannaliato

Si allontanava piano, tremando.

Sotto il peso di anime tristi

fuggiva.

Da chi, perché?

Non c’era tempo per le domande.

Il sole l’avrebbe guidata.

Senza sete immergeva la bocca

in un flusso di vita perenne.

Avrebbe dialogato con le onde,

di notte,

quando il buio inghiotte

anche i lamenti.

Il cielo, forse,

avrebbe vegliato…

domenica 10 aprile 2011

I boati

I parte
di Enzo Barone
Da principio furono due, improvvisi, terrificanti, come una frana rovinosa e ineluttabile di grossi macigni o persino il rovinare del fianco stesso di una montagna. Si udirono molto vicini tra loro a distanza di dieci - quindici secondi tra loro e sconvolsero l’eternità luminosa delle undici del mattino in una trionfale domenica di sole in giugno.
Entrambe le volte il loro fragore pareva dapprima come se dal fondo di una pietraia madornale si fosse aperta di schianto la cataratta che la conteneva, facendo rotolare rocce immani con un frastuono degno degli antichi titani; poi il rimbombo echeggiava rotondo e maestoso, rimbalzando da una costa montuosa all’altra, da un dirupo pietroso a un orrido frondoso.
Ognuno si ritenne sorpreso dai fenomeni, violato come da un’offesa brutale e inaspettata, soprattutto in ragion del fatto che nessuno tra le Prealpi trevigiane e l’Alpago, nessuno poteva dire di avere coscienza circa la provenienza di quei rumori.

giovedì 7 aprile 2011

Tragedie ai lembi della storia

di Francesca Saieva

Alce Nero, guerriero Sioux, un giorno dice: “ogni luogo può essere il centro del mondo” (C. Magris in Corriere della sera, 2009). Ma Alce Nero è un saggio come soltanto “un grande scrittore analfabeta” (ivi) può essere. Perché l’idea di un ombelico del mondo è di certo impregnata di universalismo etico. Peccato che da Amnesty International Italia, pochi giorni fa, siano arrivate notizie di tutt’altra entità. In merito alla questione immigrati Amnesty ha infatti parlato di “condizioni al di sotto degli standard internazionali dei diritti umani, diritti non dei migranti, ma della persona” (Il paese nuovo.it 1 aprile 2011). Atrocemente sconfortanti del resto le recentissime notizie sulla tragedia, a largo di Lampedusa, del barcone con 300 somali ed eritrei in fuga dalla Libia. È dalla Capitaneria di porto di Lampedusa che giunge voce, del resto, di uomini in balia di trafficanti che imbarcano i nordafricani in fuga su una carretta del mare, lasciando che se la cavino da soli, senza scafisti, senza nessuno che abbia esperienza di mare (Repubblica, 2011).

COMBUSTIONE


by marco ferrante

Al fuoco! Al fuoco!
gridano tutti al villaggio
Ma se sapessero cosa
succede dentro il loro stomaco
allora si sparerebbero.
Io almeno rilascio
energia sotto forma
d'arte
e fotoni
uno spettacolo unico
Siete mai scappati a teatro
durante un'opera di Shakespeare?
Signori
voi non avete alcun rispetto
insegnate ai vostri cuccioli
che io uccido
che io disperdo
che si deve stare attenti con me
eppure loro che ne sanno
di una vita senza mai una carezza
senza mai un gesto di affetto
che non sia
l'accendere una sigaretta
a un Bukowski o a un Prevert
Voi cosa ne sapete di me?
se solo io volessi una notte
entrare nelle stanze
delle vostre donne
e abbracciarle
e farci l'amore
fino a rendere tutto
così intenso
da ridurlo in polvere
come gli amori più forti
Perché dovrei essere io
qualcosa di peggiore
rispetto al più grande
Casanova
o Casabianca
o Casa di marzapane
con le streghe
che danzano attorno a me
e mi buttano addosso
vergogne
teste di rane, zampe di pipistrello
e che schifo
Merito forse questo?
e dite poi
che fu un'ingiustizia
quella della Santa Inquisizione
gettarle in pasto a me
Vorrei vedere voi
al posto mio
se avreste saputo scaldargli il cuore
che qualcuno aveva infranto
proprio come ho fatto io.

mercoledì 6 aprile 2011

Tre giorni

di Daniela Palumbo












Ecco di quei tre giorni

senza me tu ricordi:

nove gattini in campagna dai nonni

e i tacchini

tutti e sette a fare il verso

e le foglie chissà quante

spuntate sulla terra

e le violette i gelsomini.


Sai che belli i tuoi ricordi

come li racconti adesso,

di te e la tua sorellina che raccoglie fiori.

Di voi cinque insieme

giù nella casetta

a lavare e rilavare i pomodori.

"quando il bambino era bambino..." (p.h.)


appunti e foto by guido monte


un puer all’origine del mondo senza tempo e spazio, senza un mondo per forza reale: è ispirato nel senso che non è come noi (ciechi) che vediamo solo ostacoli, e non contempliamo la semplice e immediata verità. amo gli jurodivie, i pazzi di dio che stonano di fronte al nostro mondo omologato del nulla, che non cercano a tutti i costi l’interesse, e vedono in ogni cosa un talismano segreto...


gli anavim aspettano chi può portare alla vita ciò che non è (rm 4,17), in un mondo dove non esiste più il normale, è vero, un mondo di cose che non significano più nulla, di desolazione, nell’assurda ombra buia della terra (james j.) costruita su fondamenta che non si vedono


"hakkol havel"
tutto vanità

17 marzo: una partecipazione che sorprende


 di  Salvo Barone
Chi l'avrebbe mai detto?
Sfido chiunque ad affermare che aveva previsto una partecipazione anche emotiva così importante alle celebrazioni del 17 marzo. Nella culla della Lega, in quel Veneto che con disinvoltura è passato in un decennio dalla balena bianca al sole celtico, per le strade era tutto un tripudio di tricolori. In particolare a Padova, dove mi trovo, abitazioni imbandierate ancor più di ogni altra occasione, compresa la vittoria dei mondiali di calcio, manifestazioni di piazza, gente gioiosa per strada e uno strano ed inatteso orgoglio di dirsi italiano. Al contempo non si segnala nessun  boicottaggio degno di particolare nota. Paradossalmente aver posto sul tavolo del dibattito politico, spesso stucchevole, l'opportunità di queste celebrazioni ha sortito un effetto che forse neanche gli analisti più attenti si aspettavano.

domenica 3 aprile 2011

729° anniversario della nascita della bandiera siciliana

di Fonso Genchi


Oggi, 3 Aprile, ricorre - nel silenzio più assoluto - il 729° anniversario della “nascita” della bandiera siciliana.

Secondo lo storico Santi Correnti, il 3 aprile del 1282, 4 giorni dopo lo scoppio della Rivolta del Vespro, i rappresentanti delle prime due città insorte - Palermo e Corleone - si recarono dal notaio Benedetto da Palermo per stipulare un patto di alleanza e ufficializzare il vessillo nato dalla unione dei colori dei propri stemmi comunali, mettendo al centro la Trinacria e la scritta An.Tu.Do.

La bandiera siciliana è una delle più antiche ancora in uso - la più antica in assoluto è quella scozzese, risalente al IX secolo, mentre quella danese (1219) è la più antica tra quelle degli stati sovrani - e non presenta simboli di case reali o nobiliari ma l’antico simbolo della triscele, da sempre identificativo dell’isola di Sicilia.

Dal 2000, con legge regionale n.1/2000, è stata istituita ufficialmente dalla Regione Siciliana, in seguito ad una domanda in merito, rivolta da una bambina della scuola media “Garzilli” di Palermo all’allora Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Nicola Cristaldi, durante un incontro (”Cronaca in classe”) con la scolaresca di tale scuola, organizzato dal Giornale di Sicilia.

venerdì 1 aprile 2011

Uno sforzo

di Daniela Palumbo



Dentro la roccia

buia e segreta

quanto profondo dover scavare.

Per innalzare il muro.